Scuole senza docenti a Roma: mille prof in quarantena e rischio di ripartenza, lunedì prossimo, con un enorme buco in cattedra. Mille prof, dal ritorno in classe dopo lo stop in zona rossa, sono entrati in contatto con un positivo, alunno o collega, e stando alle attuali disposizioni del governo devono fermarsi, andare in malattia e, dunque, smettere di insegnare fino al negativizzarsi.
Finora, i docenti a rischio contagio, pur se in quarantena preventiva, potevano lavorare in DAD, con lezioni da remoto, da casa. Una exit strategy utile alla luce di un dato: le scuole della Capitale hanno faticato a trovare docenti, di ruolo o supplenti, in un caos di liberatorie su distanze di sicurezza e tentativi di continuità didattica.
Il 12 Aprile scorso la direzione generale della Prevenzione sanitaria ha emanato una circolare per la quale, fatto salvo l’ok del medico curante circa la possibilità di smart working, per il ritorno in aula occorrono 10 giorni di isolamento dall’ultimo contatto con positivo e un tampone negativo.
Quarantene che scattano d’ufficio dopo la segnalazione dell’Asl: un rischio per il ritorno alla didattica in presenza voluta per gli ultimi mesi dell’anno scolastico, visto che in ogni istituto della Capitale vi sono, statisticamente, in media due o tre prof entrati in contatto con studenti o docenti positivi.
Caos, dunque, nelle strutture romane, considerando anche la mancanza di spazi adeguati a garantire il distanziamento: si ipotizzano lezioni all’aperto, o allestendo tendoni a noleggio, senza contare il problema trasporti. Ma chi insegnerà? Ad ore, atteso anche un briefing per provare a sciogliere il nodo.