Nel governo rappresenta gli Affari Regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini, ed il suo compagno di ‘coalizione’, Massimiliano Fedriga, è presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. Dunque, come è giusto che sia, dopo i diffusi ‘malumori’ seguiti ieri alla ‘road-map’ sulle riaperture da parte della Conferenza, oggi la ministra è intervenuta stigmatizzando la situazione, e lasciando intendere che nulla è ancora ‘compromesso’.
Gelmini: “Presto il coprifuoco sarà solo un brutto ricordo, non che durerà fino al 31 luglio”
Intanto, la questione coprifuoco, il cui posticipo alle 23, così come proposto dalle Regioni, non è stato accettato, alleno fino al prossimo primo giugno: ”Il fatto che nel testo del decreto varato ieri non sia stato riprogrammato il coprifuoco – ha commentato la Gelmini intervenendo a Telelombardia – non significa che durerà fino al 31 luglio. Questa è una lettura distorta del provvedimento che abbiamo preso. Sappiamo che – se non faremo errori e se i comportamenti saranno responsabili – i dati dei contagi, dell’occupazione delle terapie intensive, dei decessi, continueranno a migliorare. E in aggiunta a questo abbiamo cominciato a correre con la campagna vaccinale e nei prossimi giorni accelereremo ancora. Quindi io sono assolutamente certa che presto il coprifuoco sarà solo un brutto ricordo. È lo stesso decreto a dirlo, precisando che il Consiglio dei ministri potrà intervenire nelle prossime settimane, con tagliandi periodici al dl, modificando sia le regole per le riaperture che gli orari del coprifuoco”.
Gelmini: “Scuola: è scritto il 70%: ma non metteremo a rischio nessuno. Regioni ed enti potranno derogare”
Altro tema ‘caldo’: la scuola, ed il ritorno in presenza degli studenti. “Le scuole – spiega ancora la Gelmini – con questo governo, sono state le prime a riaprire. Non dimentichiamo che oltre sei milioni di alunni sono in classe. Restava il problema dei licei, delle scuole superiori: sono quelle più problematiche per una questione logistica, per il problema dei trasporti”. E’ vero, riconosce, “Le regioni ci hanno chiesto di poter procedere con gradualità ed è ragionevole farlo. Tutti vogliamo il ritorno al 100%, e ci arriveremo. Il governo ha stabilito un range entro il quale deve essere assicurata la didattica in presenza. E questo range andrà fra il 70 e il 100%. Le regioni avevano chiesto di partire dal 60% ed in questo senso avevamo raggiunto un accordo”. Poi, precisa la ministra, “Il Presidente del Consiglio Draghi ha chiesto di fare uno sforzo ulteriore, ha posto un obiettivo minimo più alto, per cercare di far tutti meglio, ogni giorno. Nel decreto ci sarà scritto il 70%: ma non metteremo a rischio nessuno. Se non sarà possibile assicurare queste quote regioni ed enti locali potranno derogare. Stiamo lavorando per trovare la quadra”.
Gelmini: “Questo resta il decreto delle riaperture e del ritorno alla vita”
Da una parte, ricorda, ”Esattamente un anno fa i nostri ragazzi erano tutti a casa con la prospettiva di non rientrare in classe fino a settembre, i negozi erano chiusi, e così anche bar e ristoranti: e avevamo fra i 2 e i 3mila contagi al giorno. Ieri di nuovi contagi ce ne sono stati quasi 14mila, ma con il 26 aprile la gran parte delle attività saranno riaperte. E i nostri ragazzi sono in larga parte già tornati a scuola. Non mi pare poco”. Dunque, rimarca “Tutto e subito non è sempre la scelta più appropriata quando sono in gioco le vite umane. Ma questo resta il decreto delle riaperture e del ritorno alla vita”.
Gelmini: “Evitiamo il rischio di riaprire per poi richiudere. Riaperture graduali e in sicurezza”
E’ ovvio, osserva giustamente la Gelmini, che ”Tutti vogliamo tornare alla nostra vita normale ed è volontà ed interesse del governo farlo prima possibile. Ma c’è una cosa che dobbiamo assolutamente evitare perché non ci sarebbe perdonato: il rischio di riaprire per poi richiudere. È per questo che si procede con riaperture graduali e in sicurezza“.
Max