“Le famiglie facciano le famiglie. Non possono spiare dal buco della serratura cosa avviene durante le ore di lezione. Il loro rapporto con la scuola va gestito nei momenti istituzionali attraverso gli organi collegiali. La scuola statale è l’unica che può consentire un dibattito plurale”. Lo dice all’Adnkronos P
ino Turi, segretario nazionale Uil scuola, commentando il numero crescente di denunce da parte dei genitori sul gender in classe durante l’ora di educazione civica, utilizzata spesso anche per parlare del ddl Zan. Turi aggiunge: “La scuola che indottrina è un fatto ideologico falso. Gli insegnanti nella statale non sono reclutati per chiamata diretta ma per concorso pubblico. E questo garantisce il pluralismo di cui le famiglie sono informate attraverso la programmazione”
“Certo – prosegue – il caso del docente ‘patologico’ può esserci, ma è difficile in una scuola statale perché in sede collegiale i docenti parlano tra loro, il sistema è trasparente. Ed esiste un organismo di verifica automatico. Nelle paritarie invece potrebbe esserci l’indottrinamento: il conflitto tra cattolici e laici è vecchio e il nostro paese non è veramente libero perché le gerarchie cattoliche interferiscono”.
Il sindacalista conclude: “le critiche sono la punta dell’iceberg. Le famiglie si dovrebbero interessare delle attività didattiche in sede di programmazione non di erogazione. Invece pensano solo ai voti. E bisognerebbe insegnare secondo scienza e coscienza. La scuola dovrebbe essere autonoma e indipendente. Invece comuni e regioni fanno continue invasioni di campo”. (di Roberta Lanzara)