“Purtroppo non sono vaccinata. I miei genitori si preoccupano degli effetti a lungo termine, che possa ammalarmi di chissà cosa a 50 anni, ma io preferisco morire prima e vivere adesso un’adolescenza normale. Non voglio bruciarla così, prigioniera, senza poter far niente. Ma a loro non interessa, dicono che lo fanno per il mio bene”. E’ il grido silenzioso di una minore che vorrebbe vaccinarsi ma non può, perché mamma e papà non vogliono: Matilde, nome immaginario di una sedicenne di un liceo romano, figlia di due genitori no vax che “rifiutano il vaccino, hanno paura. Per loro stessi, per me…”.
“Io non condivido quello che dicono, perché se lo somministrano vuol dire che un minimo di sicurezza c’è… Preferisco non parlarne più – dice all’Adnkronos la ragazza – Tanto so che è un no”. Ne hai parlato a scuola? “Ho provato a parlarne con i professori. Ma mi hanno detto che devo rispettare la scelta dei miei genitori, di provare ad insistere. Ma non mi hanno dato consigli seri. Così adesso, col nuovo decreto rinuncio a tutto: non salgo in autobus, perché anche se i miei mi pagano il tampone, non mi va di spendere tutti questi soldi. Non posso andare a mangiare al fast food o una pizza al ristorante… L’unica fortuna è che tanti dei miei amici non sono vaccinati così andiamo nei centri sociali e troviamo un modo per stare insieme”.
“Alle scuole vorrei dire che dovrebbero fare delle campagne di sensibilizzazione ai genitori, per fargli capire che sono i nostri primi responsabili ma che anche noi figli così lo diventiamo delle loro scelte, non nostre. Devono fargli capire che così siamo prigionieri”. Ed ai genitori cosa vuoi dire? “Che senza vaccino finiscono di derubarci della nostra adolescenza, che già il covid per più di due anni ci ha portato via”.
(di Roberta Lanzara)