Cambio di programma. Gli studenti delle superiori non torneranno in classe prima di lunedì 11 gennaio. Lo ha deciso in tarda notte il governo, accogliendo così le istanze di governatori, presidi scolastici e sindacati di categoria, dopo un duro confronto in consiglio dei ministri.
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Alla riunione è scontro tra i ministri Pd, Italia Viva e Movimento 5 Stelle sulla riapertura delle scuole. Il capodelegazione del Pd Dario Franceschini, appoggiato dai “rigoristi”, era favorevole a un rientro in classe dopo il 15 gennaio. Data che ha trovato la ferma opposizione di M5S e Iv. La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, parla di “fallimento”. Il rinvio è segno di “caos inaccettabile” secondo le ministre di Italia Viva.
Dopo tre ore di vertice, il premier Giuseppe Conte trova la data che mette d’accordo tutti e supera l’impasse: la riapertura slitta all’11 gennaio con “la previsione della ripresa dell’attività in presenza per il 50% degli studenti”. Con una deroga: non riapriranno le scuole nelle regioni che dopo il monitoraggio dell’8 gennaio saranno in zona rossa. Attualmente nessuna Regione dovrebbe rientrare in questa soglia.
Mario Bonito