Scuola, a due mesi dal ritorno sui banchi, ‘proclami a parte’, di fatto è ancora tutto fermo. Così, per far il punto sulla situazione, stamane i sindacati di categoria (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda e Snals), hanno deciso di discuterne in video-conferenza sotto lo slogan ‘La Scuola si fa a Scuola’.
Al momento la situazione è quella che è: le premesse per una ripartenza in piena sicurezza non ci sono. Per tale motivo, coralmente i sindacati si sono rivolti sia al governo che al Miur, affinché lavorino per assicurare la “pienezza della relazione educativa che può essere assicurata solo dalla didattica in presenza“.
In sostanza, si è detto nella conferenza, pensare ora ad un ordinato inizio dell’anno scolastico, significa avere a monte un forte coordinamento tra i diversi livelli Istituzionali, così da provvedere – laddove necessario – a ‘tutte le operazioni propedeutiche’ idonee per la ripresa delle attività (tra le altre), come la predisposizione di spazi e programmazione orari, le immissioni in ruolo, un call veloce, le graduatorie d’istituto, ed il conferimento incarichi di supplenza, ecc.
Altro tema ‘scottante’: l’adattabilità degli spazi pre-esistenti, e gli interventi di edilizia leggera, opere che spettano (soprattutto economicamente) ai comuni e alle province.
Tutti insieme infatti le sigle sindacali hanno convenuto che “Le scuole non hanno gli strumenti per farsene carico con il loro Dirigente Scolastico, possono segnalare l’eventuale fabbisogno di ulteriori spazi per ridurre il numero degli alunni per classe, ma oltre non possono andare. Interventi di ampliamento-adattamento devono essere in capo agli enti locali, cui spetta anche reperire e destinare le risorse necessarie”.
Max