Sempre attento alle dinamiche sociali e sensibile ai temi relativi alle fasce sociali più disagiate del Paese, la nota sensibilità del nostro Presidente della Repubblica non poteva certo non regalare alle nuove generazioni un messaggio di affetto e speranza, proprio nel giorno che segna il loro ritorno a scuola ‘in presenza’.
E stavolta, piuttosto che prodursi in un messaggio mattutino dal Colle, Sergio Mattarella si è voluto recare personalmente nella provincia padovana, laddove tutto è cominciato. Quasi a voler chiudere simbolicamente un cerchio infermale che per lunghi mesi ci imprigionati, facendoci temere il peggio.
“Oggi è un giorno importante. L’inaugurazione dell’anno scolastico, mai come in questa occasione, ha il valore e il significato di una ripartenza per l’intera società. Lo avvertono i ragazzi, lo comprendono gli adulti e le istituzioni”. Ed eccolo quindi il Capo dello Stato, in quel di Vo’ Euganeo (nella foto), dove le lezioni sono iniziate nel pomeriggio.
“Ci troviamo di fronte ad una sfida decisiva – ha tenuto a spiegare il Presidente – Ripartire da Vo Euganeo, dà ancor più il senso di come questa sfida riguardi l’intero Paese. Così come qui a Vo’ la vita, dopo l’angoscia e le chiusure, è ripresa a pieno ritmo, così la riapertura delle scuole esprime la piena ripresa della vita dell’Italia. La riapertura della scuola è una prova per la Repubblica. Per tutti. Nessuno escluso”.
Quindi Mattarella ha esortato gli studenti a tenere alto il morale perché, ha ripetuto, “Anche dalle esperienze più negative si possono ricavare lezioni. Ad esempio, la didattica a distanza è stata una grande sfida, a cui non eravamo preparati, ma che ci ha fornito strumenti utili per il futuro”. Oltretutto, ha quindi aggiunto, “In generale, l’uso delle tecnologie digitali ha fatto compiere a tutta la nostra comunità dei progressi che ora possono aiutare il lavoro e migliorare i modelli sociali. I giovani sono più avanti nella conoscenza e nella pratica dei mezzi informatici, e quanto è stato sperimentato a scuola allarga ulteriormente le possibilità di incontro, di confronto, di studio”.
Quindi, ha proseguito, ”Nulla potrà mai sostituire il contatto tra le persone, il tenersi per mano. Tuttavia questa diffusione dello strumento digitale rappresenta un’opportunità che non va dismessa, ma coltivata e inclusa nella didattica e nei processi formativi”. Del resto, ha rimarcato il Capo dello Stato, ”Tutti siamo responsabili, e dobbiamo sentirci tali nei confronti degli altri. Una prova di responsabilità è richiesta anche a voi, cari ragazzi, e sono certo che vi mostrerete all’altezza. Dai comportamenti di ciascuno dipende la sicurezza collettiva; quella dei vostri genitori, dei vostri nonni. Non c’è una responsabilità superiore che consenta di fare a meno di quella di ciascuno di noi”.
Quindi, con coraggio e speranza, ”Dobbiamo andare avanti sapendo che sui sacrifici di oggi costruiamo il futuro. Conosco i ritardi e le difficoltà e so bene che vi saranno inevitabili polemiche. So anche che, in atto, vi sono risorse limitate. Ma un Paese non può dividersi sull’esigenza di sostenere e promuovere la sua scuola”. Perché, ha aggiunto ancora Mattarella, “Il lockdown ci ha mostrato anche che hanno sofferto pesanti esclusioni i ragazzi senza computer a casa, quelli che erano privi di spazi sufficienti, coloro che già vivevano una condizione di marginalità. Dobbiamo evitare che il divario digitale diventi una frattura incolmabile. Per fortuna – ha ricordato ancora – l’iniziativa di tanti insegnanti, l’impegno dei compagni di classe, l’azione positiva di associazioni di volontariato ha evitato, in molte circostanze, ingiuste emarginazioni, riuscendo a fornire i mezzi necessari alla connessione. E’ questa una frontiera nuova della lotta all’abbandono scolastico, e alla marginalità sociale, che resta un obiettivo esigente per la scuola“.
Poi a testimonianza della grande sensibilità che anima il nostro Presidente, un’importante sottolineatura: ”A subire le conseguenze più pesanti del lockdown sono stati gli studenti con disabilità. Per tanti di loro le rinunce hanno avuto un costo altissimo, a volte non sopportabile. E di queste sofferenze si son fatte carico le famiglie. Nella ripartenza della scuola l’attenzione a questi studenti deve essere inderogabile, a cominciare dall’assegnazione degli insegnanti di sostegno“.
Ed ancora su lockdown, ”So bene, cari studenti, che la scuola vi è mancata quando, ai primi del marzo scorso, le sue porte sono state chiuse e avete avvertito quanto valesse l’incontro quotidiano con i vostri insegnanti, la vicinanza dei vostri compagni, quanto la convivenza fosse fattore di crescita e fondamentale strumento di socialità. Quel che è accaduto è stato come una lezione di vita che vi ha fatto comprendere, in modo chiaro, come la scuola sia indispensabile allo sviluppo personale di ciascuno di voi”. Ed ancora davanti agli studenti di Vo’ Euganeo, Mattarella ha ricordato che “E’ stata dolorosa la decisione di chiudere le scuole. Necessaria e dolorosa”, perché “La scuola ha nel suo dna il carattere di apertura, di socialità, di dialogo tra persone, fianco a fianco. Avete sofferto, ragazzi – e abbiamo sofferto tutti, per gli impedimenti e per le limitazioni. La scuola è specchio della società, e ne riflette difficoltà e aspettative. Ecco perché questi giorni, in cui le scuole riaprono e si popolano dei loro studenti e insegnanti, sono giorni di speranza”.
Max