Battaglia fino all’ultimo minuto utile contro la riforma della scuola. Il contestato provvedimento arriverà nell’Aula della Camera per il sì definitivo (ormai pressoché scontato vista la maggioranza schiacciante che il Pd ha in quel ramo del Parlamento) martedì, ma i sindacati del settore non mollano. Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda – che questa partita la stanno giocando fianco a fianco ormai da mesi – hanno comprato mezza pagina sui principali quotidiani di oggi per avvertire che la mobilitazione continua perché “una scuola così non può chiamarsi ’buona’”. “Il Governo – si legge nell’inserzione – continua a sostenere provvedimenti dannosi per la scuola senza ascoltare insegnanti, studenti e famiglie.Non si può migliorare il sistema scolastico con provvedimenti che l’intero mondo della scuola ritiene, con solidi argomenti, sbagliati. Questa legge non risolve – insistono i sindacati – il problema del precariato, mortifica la partecipazione e la collegialità, non rispetta la libertà di insegnamento, propone un’idea distorta di valutazione e merito, cancella in gran parte la contrattazione”. E Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals snocciolano numeri che, a loro parere, fotografano la portata del dissenso: 618.000 persone che hanno scioperato, un milione di fiaccole nelle piazze delle principali città, 10.000.000 post, mail e tweet, percentuali di adesione altissime allo sciopero durante gli scrutini. Intanto continua a raccogliere adesioni l’iniziativa di protesta del 7 luglio, in Piazza Montecitorio (parteciperanno praticamente tutte le sigle sindacali ma anche associazioni e coordinamenti di prof), in coincidenza con il dibattito pomeridiano a Montecitorio, per dire “no” alla Buona scuola Renzi-Giannini. Sul web, attraverso i Social, tanti insegnanti si stanno organizzando per proprio conto per raggiungere la Capitale. E quand’anche la riforma dovesse arrivare in porto, le contestazioni non cesseranno. La “cattiva scuola governativa dovrà affrontare uno scontro permanente in ogni istituto da settembre in poi. Fin dalla prima riunione dei Collegi docenti e dei Consigli di istituto, si passerà – ha già avvertito il leader dei Cobas, Piero Bernocchi – dalla battaglia campale a una guerriglia, non-violenta ma assai pervasiva, diffusa, continua e logorante per i sostenitori della cattiva scuola-azienda. In termini conflittuali, ogni scuola costituirà una barricata contro l’applicazione del Ddl”. Insomma, il clima della prossima settimana si preannuncia “caldo” e non solo per l’afa. Anche in Aula i parlamentari di Sel e del M5S daranno filo da torcere, per nulla persuasi della bontà delle novità in arrivo nonostante l’impegno con cui il Governo continua a difendere il contestato provvedimento: su Facebook il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone ha pubblicato una serie di post (dal titolo “La scuola che cambia”) per spiegare i dettagli del ddl.