Se non la smetti ti metto una nota sul registro. Una minaccia che potrebbe presto non avere alcun senso, almeno per i nuovi alunni iscritti alla prima elementare: infatti, saranno presto abolite le tanto temute note sul registro di scuola e le sanzioni disciplinari nei cinque anni di elementari. La novità è passata in un emendamento sulla riforma dellinsegnamento alla convivenza civile. Va detto che queste misure erano già abbastanza rare, anche senza lintervento della politica: le sanzioni in alcuni casi riferiscono addirittura ad alcuni articoli di un Regio decreto del 1928, adesso stati abrogati.
Scuola, mai più note sul registro: le reazioni di presidi e insegnanti
Dai presidi è arrivato il plauso per liniziativa, ma non sono dello stesso avviso gli insegnanti. “Questa è la deriva, stiamo levando tutti gli strumenti educativi, anche le sanzioni – ha commentato Vittorio Lodolo DOria, esperto in burnout degli insegnanti – “Ora sappiamo cosa non si deve fare con i bambini, ma non come comportarci con loro”.
Nel Regio Decreto abrogato si faceva riferimento a mezzi disciplinari “verso gli alunni che manchino ai loro doveri” da “usare, secondo la gravità delle mancanze”: lammonizione, la nota sul registro con comunicazione scritta ai genitori, la sospensione (da uno a dieci giorni di lezione), lesclusione dagli scrutini o dagli esami della prima sessione, lespulsione dalla scuola con perdita dellanno. Inoltre, viene “vietata qualsiasi forma di punizione diversa” da quelle indicate nellarticolo 412. Il senso dellemendamento è quello di puntare a “rafforzare la collaborazione con le famiglie”, estendendo alla scuola primaria il Patto educativo di corresponsabilità valido, al momento, solo per le scuole secondarie, medie e superiori. “Si è sanata una situazione che era fuori dalla regolamentazione che cè stata da Berlinguer in poi per la scuola secondaria”, ha sottolineato Roberta Fanfarillo, responsabile dei dirigenti scolastici della Flc-Cgil. Antonello Giannelli, presidente dellAnp, ha così commentato: “Plaudo comunque alla decisione della Commissione, si tratta di un atto di civiltà, altro che buonismo: ma come si può pensare che sia giusta lesplusione o la sospensione da scuola di bambini di 6-9 anni? Occorre piuttosto fare leva di più sul coinvolgimento delle famiglie”.