Le regole a scuola sono cambiate per limitare la dad e dare la possibilità ai ragazzi di seguire il maggior numero di lezioni in presenza. Per questo con le nuove disposizioni governative una classe va in quarantena solo quando al suo interno vengono registrati 3 positivi. Il problema, fanno sapere i presidi delle scuole del Lazio, non tutte le Asl applicano questo protocollo.
Per questo i dirigenti scolastici hanno riscontrato “grandi difficoltà” nell’applicazione dei protocolli elaborati, che sono “ingestibili” per le scuole. Il presidente dell’Anp della Capitale Mario Rusconi ha precisato che “ad oggi non tutte le Asl seguono ancora le nuove linee guida che limitano le quarantene a tre positivi per classe, così ci risultano diverse decine di classi a Roma in quarantena anche con un solo caso, con il ritorno della Dad”.
“A complicare le cose – dice ancora Rusconi – c’è il fatto che molti genitori, che prima erano in smart working e ora sono tornati in ufficio, hanno difficoltà a seguire i bambini che devono stare a casa e ci chiedono spiegazioni. Abbiamo sottoposto la questione all’assessore alla scuola del Lazio”. Dello stesso avviso anche la presidente dell’Anp Lazio Cristina Costarelli, secondo cui “alcune Asl stanno ancora modificando i protocolli. Il problema è che risultano ingestibili”.
Questo perché, spiega Costarelli “sono stati immaginati in un momento inopportuno, con un calo di contagi, mentre oggi ci troviamo ad affrontare una nuova impennata. Faccio un esempio: quando c’è anche un solo positivo in classe, tutti i compagni devono fare due tamponi, uno subito e uno al quinto giorno. E le scuole devono raccogliere tutti questi dati, tra chi manda subito l’esito del test, chi il giorno dopo, chi non lo fa proprio….Fino a quanto l’iter non termina, non si può tornare alla normalità”.