L’obbligo vaccinale al personale scolastico a decorrere dal 15 dicembre prossimo “è una punizione. Non me l’aspettavo. E non capisco cosa possano risolvere obbligando solo alcune categorie. A questo punto io dico: obbligo a tutti, anche alle casalinghe e a chi percepisce il reddito di cittadinanza”. A parlare con l’Adnkronos è Maria Teresa Volpone, docente no vax dell’Istituto comprensivo Montalto centro, in provincia di Cosenza, che dalla riapertura delle scuole si è sottoposta tre volte a settimana a tampone. La prof. racconta: “Piango da ieri. Stamattina ho avuto la pressione altissima. Ho così tanta paura che sto somatizzando. Entro il 15 dobbiamo dimostrare di esserci prenotati, altrimenti che fanno? Ci bloccano la tredicesima?”
“Io una ferocia, una cattiveria del genere non la ho mai vista. Mi ammalerò prima di farmi questo vaccino”. Dunque lo farà? “E’ una bella domanda. Alcuni colleghi dicono che rinunceranno allo stipendio. Ma chi è mono reddito come me, divorziato, con mutui e prestiti da pagare, che fa?….Stiamo piangendo tutti, anche tanti già vaccinati che non vogliono fare la terza dose. Io sverrò al momento della somministrazione. Lo so. Io ho perso i lumi della ragione e come me anche gli altri colleghi”. “Una cosa è certa – aggiunge – Aspetterò l’ultimo giorno per prenotarmi e nel frattempo spero che si cambi il tiro perché questa è una vera e propria discriminazione. Siamo solo noi docenti gli untori? E gli altri no vax che non rientrano nelle categorie? Privilegiati. Liberi di circolare con un tampone; di scegliere, come chi vuole farsi la quarta, la quinta, la sesta dose. Che fa per sé, non per gli altri. Sia ben chiaro”, conclude.
(di Roberta Lanzara)