SCUOLA, INSEGNANTI MANIFESTANO DAVANTI PARLAMENTO

     
     
    Protesta davanti al Parlamento degli insegnanti. La piazza è al momento piena. I manifestanti hanno provato a partire in un corteo spontaneo ma sono stati bloccati dalle forze dell’ordine e sono al momento in corso trattative. Fischietti e urla “fuori, fuori”. I docenti chiedono alle istituzioni politiche garanzie sul loro futuro lavorativo. La protesta riguarda almeno 100mila docenti abilitati a vario titolo all’insegnamento, oggi inseriti nella seconda fascia di istituto ma rimasti esclusi dalle Graduatorie ad esaurimento, che in base al piano di riforma del Governo non rientrano in alcun piano di stabilizzazione: dopo l’assunzione prevista entro il mese di settembre 2015 di 150mila nuovi docenti, il 90 per cento dei quali scelti proprio dalle graduatorie ad esaurimento, le linee guida prevedono le future immissione in ruolo dei soli vincitori del concorso a cattedra. Intanto l’Anief, che aderisce alla manifestazione, riferisce di aver ottenuto “l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento di altri ricorrenti – si legge in un comunicato – Ancora due decreti monocratici che, uniti ai quattro precedenti ottenuti dall’avvocato Lideo, portano a oltre quattrocento i docenti inseriti in quelle graduatorie che il Governo vorrebbe esaurire rispetto ai 100.000 abilitati che bussano alle sue porte. A Roma, davanti Palazzo Montecitorio, sono attese migliaia di manifestanti per le ore 14 del 10 settembre. Con decreti nn. 4138 e 4146 dell’8 e del 9 settembre, sono stati notificati al Miur dal sindacato gli altri provvedimenti cautelari ottenuti dal giudici del Tar Lazio nei confronti dei docenti cancellati dalle Gae nei precedenti aggiornamenti e che all’atto dell’ultimo aggiornamento disposto per il 2104/2017 hanno chiesto il reinserimento. Censurato il decreto ministeriale, nei prossimi giorni si aspettano analoghi provvedimenti per altri 500 ricorrenti, mentre per quanto riguarda gli altri 14.000 docenti abilitati con i corsi del TFA, PAS, SFP, diploma magistrale o estero si dovranno attendere le udienze pubbliche disposte nei prossimi mesi. Se i giudici dovessero dare ragione ai ricorrenti sarebbero in migliaia, avendo prodotto domanda, a chiedere di concorrere per uno dei 150.000 posti che il Governo vorrebbe assegnare in ruolo ai precari della scuola”.