Come dicevamo ieri, sebbene manchino ancora due mesi, giustamente si sta già lavorando al rientro nelle scuole in presenza. Vista poi la ‘falla’ evidenziata rispetto agli oltre 200mila non vaccinati tra il personale scolastico, e la somministrazione del vaccino per la fascia 12-16 anni che stenta a partire, da parte del governo e delle autorità sanitarie c’è una certa apprensione.
Come ha premesso stamane intervento ai microfoni di Rainews 24 il sottosegretario alla Salute, “andrà organizzato un attento monitoraggio con tamponi, test rapidi, test salivari per i bambini più piccoli. Servirà essere pronti, diversamente dallo scorso anno, con un’ampia capacità diagnostica. Non dobbiamo e non saremo impreparati su questo”.
Non ha esitazioni Sileri, che rimarca “Dobbiamo tendere alla riapertura della scuola e dell’università con lezioni frontali. All’università sarà più facile, perché i ragazzi possono vaccinarsi. Sotto i 12 anni la distanza e la mascherina saranno il presidio fondamentale. Dai 16 anni in su c’è un’adesione maggiore alla vaccinazione. Sono più preoccupato tra i 12 e 15 anni, c’è un certa discussione, animosa in certi gruppi per la vaccinazione in questa fascia di età”.
Tuttavia, rispetto all’obbligarietà vaccinale per i docenti – come qualcuno aveva ventilato – il sottosegretario non si dice d’accordo perché “L’insegnante non è personale sanitario, non serve un obbligo. Avere l’85% di adesione oggi è una buona percentuale, che crescerà, ma non sarà mai il 100%. Potremo arrivare anche al 95%, ma ci sarà sempre una percentuale che non si vaccina”.
Per quel che riguarda invece gli alunni più piccoli, Sileri osserva che “per proteggere i nostri figli saranno necessarie delle regole di distanza e di utilizzo appropriato delle mascherine, da parte degli insegnanti, verosimilmente Ffp2 per fare sì che la circolazione sia quanto più limitata possibile. Non sarà mai zero, in medicina lo zero non esiste“.
Dal canto suo, rispetto al personale docente e non ancora non vaccinato, il ministro della Salute ha invece tenuto a sottolineare che “La stragrande maggioranza degli insegnanti ha aderito alla vaccinazione, c’è una una percentuale molto significativa del personale scolastico, dobbiamo lavorare perché questa percentuale cresca ancora nelle prossime settimane e secondo me le condizioni ci sono. Lavoriamo perché a settembre la scuola possa riprendere nel modo più sicuro possibile”
Tiene invece a ‘condividere’ questa problematica con tutte le forze politiche ed istituzionali Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione, il quale ha ribadito che “la scuola italiana è in cammino. Non è che il ritorno in presenza sia un problema solo del governo: tutti dobbiamo lavorare per tornare alla normalità Io me ne sto già occupando, voglio che se ne occupino anche gli altri, voglio che lo facciamo assieme, dobbiamo insistere, condividere, sostenere il ministro per tornare ad una scuola in presenza che sia una scuola di affetti. Va fatto insieme, io ci sono ma dovete esserci anche voi”.
Max