(Adnkronos) –
“Trovo scandaloso ed inaccettabile che Bianchi n
on riceva i rappresentanti degli studenti che gli chiedono di revocare l’articolo 4 del decreto legge
che discrimina gli studenti vaccinati dai non vaccinati. Abbiamo chiesto al ministro un confronto pubblico lo scorso 8 febbraio, più volte sollecitato una sua risposta. Ma silenzio. Ha incontrato soltanto gli studenti della maggioranza parlamentare. Gli studenti sudditi, che hanno accettato la violazione della Costituzione e la discriminazione dei loro compagni”. Non usa mezzi termini Saverio Mauro Tassi, professore di filosofia presso il liceo Einstein di Milano, noto per aver sfidato il governo con lo sciopero bianco contro la dad ai non vaccinati.
Quindi, commentando all’Adnkronos le manifestazioni studentesche e i disordini di ieri, aggiunge: “E’ una cosa indegna: Non c’è un unico movimento degli studenti. Quello che ha manifestato ieri potrà anche essere il numericamente più ampio, ma è uno. In modo
assolutamente strumentale agita le bandiere della maturità troppo difficile o dell’alt alla scuola lavoro quando c’è una ferita che sanguina, che è l’eguale diritto allo studio. Eppure
Bianchi lo riceve, addirittura dopo l’incontro con le consulte studentesche, per parlare di maturità; ma non viene neanche lontanamente incontro al movimento di chi non accetta discriminazioni in classe”.
“Oltre tutto – prosegue – la posizione dei ragazzi che hanno manifestato contro la scuola-lavoro è inficiata dall’uso della violenza verbale e fisica. Sono un movimento corporativo che bada a degli interessi personali; quelli degli studenti obbedienti, sudditi del ministro Bianchi, che vogliono ancora e ancora di più perché hanno obbedito. Sbagliano priorità: E così guardano il fuscello nei loro occhi senza vedere la trave che è negli occhi di milioni di loro compagni di scuola, piccoli e grandi, discriminati rispetto all’uguaglianza del godimento del sacrosanto diritto allo studio”.
E gli scontri con le forze dell’ordine? ” Posso comprendere che nei giovani ci sia depressione o rabbia. Ma non si risponde alla violenza con la violenza, che inizia dalle parole e poi passa agli atti. Le forze dell’ordine vanno rispettate e amate come tutte le persone che non la pensano come noi. La rabbia va controllata e trasformata in azione ragionevole. In disobbedienza civile. Si fa attraverso piccoli atti: come entrare in biblioteca e chiedere libri pur non avendo il green pass rafforzato e senza reagire all’intervento delle forze dell’ordine, perchè se si infrange la legge non si reagisce con la violenza”, conclude.
(di Roberta Lanzara)