Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato la legge di riforma della scuola. Polemici i sindacati che sostengono: “Non la doveva firmare”. Soddisfatto il premier Matteo Renzi. “Gli analisti dicevano che la riforma della scuola era morta. Nel giro di due mesi abbiamo portato a casa la legge come stiamo per portare a casa la riforma della Pa. Noi questo Paese lo cambiamo, piaccia o non piaccia”. Lo afferma il premier Matteo Renzi in un’intervista a ’47-35 Parallelo Italia’, in onda su Raitre stasera, sottolineando: “io rispetto le critiche e gli errori che abbiamo fatto” ma con la riforma c’è “più autonomia per le scuole, più merito e più valutazione per gli insegnanti, più insegnanti”. La firma del Presidente della Repubblica “è ingiusta, considerando anche i profili di incostituzionalità della legge. Dopo mesi di cortei, occupazioni, proposte alternative e scioperi è assurdo che non si sia fatto un passo indietro”. Lo affermano le associazioni studentesche Uds e Link commentando la firma apposta alla legge di riforma della scuola che nei prossimi giorni verrà pubblicata in Gazzetta ufficiale. “Da settembre renderemo le scuole ingovernabili. Renzi non ha compreso – dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – l’entità della resistenza che metteremo in campo. Il movimento della scuola ha già dimostrato di essere maggioritario nel Paese e non si fermerà. Mattarella avrebbe fatto bene ad ascoltare le voci della protesta, invece di legittimare l’autoritarismo di Renzi. Il Governo con questa legge risponde soltanto agli interessi delle imprese, dei presidi-manager e alle logiche valutative degli Invalsi. Le scuole dovranno diventare ’imprenditrici’ per autopromuoversi recependo fondi dal territorio e saranno palestre di clientelismi, autocrazia e assenza di diritti per studenti e lavoratori”. “Le scuole da settembre saranno un problema per il Governo Renzi. Boicotteremo – continua l’UdS – i dispositivi di valutazione, creeremo nuovi organi di partecipazione per bloccare l’applicazione della riforma, costruiremo proposte alternative da mettere in pratica scuola per scuola, evidenzieremo in diverse forme le mancanze strutturali della scuola pubblica italiana e continueremo a riempire le piazze con i lavoratori e i precari”. “La firma di Mattarella conferma l’assoluta sordità delle nostre istituzioni alle piazze del Paese completando il quadro – conclude Alberto Campailla, portavoce di Link Coordinamento Universitario – di un grave problema democratico. Siamo convinti che in questo momento più che mai sia necessario portare avanti con caparbietà le nostre rivendicazioni: è per questo che continueremo a chiedere una inversione di rotta rispetto al sistema di accesso all’insegnamento, pretendendo un piano di assunzioni pluriennale per tutti gli abilitati e l’apertura del concorso ai laureati”.