Puntuale, quando mancano davvero pochi giorni al suono della campanella, eccolo il ministro Speranza, pronto ad annunciare le nuove regole anti-Covid, relative alle mascherine, ai tamponi e alla Dad per l’anno 2022-2023.
Come ha spiegato il ministro della Salute, “Alla riapertura delle scuole a settembre non sarà previsto l’obbligo di mascherine. Successivamente vedremo in base all’evoluzione della situazione epidemiologica. Questo non vuol dire che non possa essere usata, il mancato obbligo non comporta che passi il messaggio che la mascherina sia inutile“.
Dunque, ha continuato Speranza, “La mascherina si utilizza quando necessario. Se mi trovo in un posto senza areazione e al chiuso, anche se non c’è l’obbligo la uso. Non è vietato usarla, è uno strumento utile, uno scudo per evitare di prendere il Covid. Autunno e inverno sono notoriamente i mesi più difficili sul fronte della pandemia. Ma ribadisco che i vaccini che la scienza ci ha dato sono assolutamente efficaci“.
“Il personale a rischio di sviluppare forme severe di Covid-19 utilizza i dispositivi di protezione respiratoria del tipo Ffp2 e i dispositivi per la protezione degli occhi forniti dalla scuola in base alle indicazioni del medico competente, prevede il vademecum inviato alle scuole dal ministero dell’Istruzione. Anche il personale che ha la volontà di proteggersi con un Dpi può usare un dispositivo di protezione respiratoria del tipo Ffp2 e dispositivi per la protezione degli occhi”.
Entrando nello specifico dei contagi, il ministro della Salute ha spiegato che, “Al momento le persone risultate positive al test diagnostico per SARS-CoV-2 sono sottoposte alla misura dell’isolamento. Per il rientro a scuola è necessario l’esito negativo del test (molecolare o antigenico) al termine dell’isolamento“.
Ovviamente, come è ovvio che sia, la gran confusione sarà in parte frutto – in coincidenza con l’autunno – dell’avvento delle sindromi influenzali e febbrili. Dunque, evidenzia il ‘vademecum’, che sarà consentita la permanenza a scuola a quanti, fra bambini e studenti, che mostreranno sintomi respiratori di lieve entità, ed in buone condizioni generali, e che non presentano febbre. Spiega infatti la nota del dell’istruzione che “nei bambini la sola rinorrea (raffreddore), è condizione frequente e non può essere sempre motivo di non frequenza o allontanamento dalla scuola in assenza di febbre“. Dunque, prosegue, “gli studenti possono frequentare in presenza indossando mascherine chirurgiche/FFP2 fino a risoluzione dei sintomi ed avendo cura dell’igiene delle mani e dell’osservanza dell’etichetta respiratoria“.
Ed ancora: all’entrata negli istituti scolastici, non sarà misurata la temperatura ma, si legge, “se durante la permanenza a scuola, il personale scolastico o il bambino/alunno presenti sintomi indicativi di infezione da SARS-CoV-2 viene ospitato nella stanza dedicata o area di isolamento, appositamente predisposta e, nel caso dei minori, devono essere avvisati i genitori“.
Per essere chiari, “A titolo esemplificativo, rientrano tra la sintomatologia compatibile con COVID-19: sintomi respiratori acuti come tosse e raffreddore con difficoltà respiratoria, vomito (episodi ripetuti accompagnati da malessere), diarrea, perdita del gusto, perdita dell’olfatto, cefalea intensa“.
Fra le novità (andiamo sempre peggio), c’è che gli alunni che risulteranno positivi non potranno utilizzare la Dad: “La normativa speciale per il contesto scolastico legata al virus SARS-CoV-2, che consentiva tale modalità, cessa i propri effetti con la conclusione dell’anno scolastico 2021/2022“.
Altro argomento ‘sensibile’, gli alunni ‘fragili’, rispetto ai quali specifica il vademecum, “I genitori degli alunni/bambini che a causa del virus SARS-CoV-2 sono più esposti al rischio di sviluppare sintomatologie avverse comunicano all’Istituzione scolastica tale condizione in forma scritta e documentata, precisando anche le eventuali misure di protezione da attivare durante la presenza a scuola. A seguito della segnalazione ricevuta, l’Istituzione scolastica valuta la specifica situazione in raccordo con il Dipartimento di prevenzione territoriale ed il pediatra/medico di famiglia per individuare le opportune misure precauzionali da applicare per garantire la frequenza dell’alunno in presenza ed in condizioni di sicurezza“.
Max