(Adnkronos) – La revisione dei tempi della quarantena per gli studenti e le nuove disposizioni sui tamponi per gli alunni “devono tener conto della paura delle famiglie”. L’auspicio del sottosegretario alla Salute Andrea Costa di scuola sempre in presenza per coloro che hanno completato il ciclo vaccinale “è una misura che pur alleggerendo il nostro lavoro, mi lascia perplessa: per le paure dei genitori e sul fronte garanzia del diritto allo studio”. Così all’Adnkronos la presidente dell’Associazione nazionale presidi per il Lazio, Cristina Costarelli denuncia “l’inutilità della procedura attualmente in vigore di auto sorveglianza degli studenti vaccinati dopo due positività in classe, da noi sempre osteggiata. Regolarmente il giorno in cui scatta la norma, la classe è pressoché deserta. Io mi sono ritrovata con 3 alunni in aula e 25 a casa”.
“Sa perché? – domanda Costarelli, anche dirigente del liceo Newton a Roma – Succede che il giorno in cui si attiva la procedura, vengono a scuola pochissimi alunni vaccinati, a cui viene controllato il green pass. Gli altri, anche se posseggono i requisiti per venire in presenza, non si presentano. Noi non possiamo controllare e dunque li mettiamo in dad e li interpretiamo come alunni in quarantena, al cui termine devono rientrare con le dovute certificazioni. Chiedo che si elimini il passaggio dei due, che crea solo disagio”. Assenze in classe che si aggiungono a quelle causate dai mezzi pubblici: “Otto studenti del Newton in queste settimane sono stati fermati mentre venivano a scuola in autobus e sono dovuti tornare a casa perché sprovvisti di green pass, dato che non gli era ancora stata caricata la prima dose di vaccino sul sistema – riferisce la preside – Così non stanno venendo a scuola e per loro non posso neanche attivare la dad”.
Quarantene solo ai non vaccinati? “Prima di fare norme, si dovrebbe tener conto delle potenziali reazioni delle famiglie. Altrimenti si complica la gestione ordinaria delle situazioni, come accaduto qualche giorno fa al Newton: uno studente vaccinato entro i 120 giorni con a casa un fratello positivo è venuto a lezione, e l’intera classe, i genitori ed i professori sono entrati in allarme. Ma il rientro, per le norme del 30 dicembre, non può essere impedito”. E che succede? “Per noi dirigenti è difficile e gravoso convincere famiglie e docenti. Così nel caso specifico avvenuto da noi, sono stati i genitori del positivo a trattenere in quarantena il fratello per un paio di giorni. Si sono resi conto. Andrebbe prima pensato un passaggio di convincimento a livello di opinione pubblica che la quarantena non serve e nel frattempo ripristinata la vecchia gestione quarantene: tutta la classe in dad a primo caso di positività”.