La valorizzazione delle diversità e delle ricchezze dei nostri territori, non la frammentazione, è la risposta che il popolo scozzese, giustamente fiero della sua storia e tradizioni, consegna a tutti noi“.
“Da Edimgurbo ci arrivano due buone notizie: la prima che in Scozia ha perso la cultura secessionista, la seconda che a Londra ha vinto la cultura dell’autonomia”. Lo afferma il senatoreGiorgio Tonini, vicepresidente del Gruppo del Partito Democratico a Palazzo Madama e membro della Segreteria.
“La vittoria del no all’indipendenza in Scozia – sottolinea Tonini – e’ un segnale positivo, un incoraggiamento a frenare la deriva indipendentista dei nazionalisti che puntano a frammentare l’Unione europea. Ma sarebbe un errore sottovalutare il malumore e l’insofferenza che alimentano le logiche separatiste” conclude l’esponente PD.
“La sconfitta dei separatisti al referendum in Scozia è un buon segnale per chi crede negli Stati Uniti d’Europa”. Lo dichiaraEnzo Amendola, responsabile Esteri del PD. “L’integrazione dei 28 Stati è l’unica via per riportare crescita e benessere nel continente. Chi sostiene in Scozia, come in altri Paesi europei, tesi di demagogia istituzionale oggi ha ricevuto un chiaro segnale. Il progetto europeista da tempo è sotto attacco di idee populiste e demagogiche che mirano alla disgregazione”.
“Adesso, preso atto di questo risultato inequivocabile, non ci si può attardare su scelte decisive per rilanciare l’Unione. E’ tempo di superare paure e ritardi accumulati nel tempo puntando su sviluppo, crescita e sussidiarietà per rimettere la Ue sulla strada giusta”, conclude.