SCIOPERO INSEGNANTI, IL PD È PRONTO A TRATTARE di Manuel Casale

Dopo lo sciopero nazionale degli insegnati contro la riformadel governo, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha aperto a possibili modifiche al ddl scuola. Ritocchi, che però non cambiano l’obiettivo. Oggi nella sede del Pd si sono tenuti i primi incontri con i sindacati, fissati per approfondire i punti del ddl ’Buona scuola’ in discussione alla Camera. Con i sindacati. Tra i presenti il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, il presidente Matteo Orfini, la responsabile nazionale Scuola, Francesca Puglisi e la deputata Simona Malpaezzi, membro della VII Commissione, dove è in discussione il provvedimento. “Stiamo facendo degli ottimi incontri” ha dichiarato Guerini. “Alcune cose sono state dichiarate già modificate e modificabili. L’incontro è andato bene, ora bisogna vedere se la realizzazione corrisponde a queste aperture che abbiamo registrato” ha detto Marco Paolo Nigi, segretario dello Snals-Confsal, al termine dell’incontro al Nazareno. “Vanno bene i 100 mila precari immessi in ruolo – ha spiegato – ma tenendo conto di non lasciare nessuno fuori. Abbiamo chiesto un ampliamento della platea in un piano pluriennale, non si possono lasciare fuori per sempre persone che hanno gli stessi diritti”. Su questo, ha detto, “faranno senz’altro emendamenti per prevedere che tutti potranno essere sistemati. Ne siamo certamente soddisfatti”. Per quanto riguarda la figura del preside manager, Nigi ha spiegato: “Noi certamente siamo contrari all’assunzione diretta. I rischi li riscontriamo in tutte le altre categorie. La graduatoria rappresenta un valore, perché nella scuola non c’è la corruzione. Non ci sono talenti ma un punteggio. Loro sono convinti che il preside debba assumere perché questo consentirebbe di poter valutare se uno è valido o no dal nome. Il nome, se lo scelgo è perché lo conosco. Se lo conosco non lo dovrei scegliere. C’è stata data rassicurazione di rivedere anche questo punto”. “Abbiamo proposto una parte nuova, che attualmente non è prevista nella riforma sulla serietà negli studi. Noi sosteniamo che al diritto allo studio debba corrispondere anche un dovere. E che se uno non studia questo diritto se lo gioca” ha annunciato il segretario dello Snals-Confsal, spiegando che il partito prenderà in considerazione l’ipotesi. Con i genitori. Anche le associazioni dei genitori sono state ascoltate da una delegazione del Pd. Al Nazareno sono saliti i rappresentanti dell’Associazione genitori , del Coordinamento genitori democratici e del Moige. “Abbiamo apprezzato l’invito, ma non è esaustivo. Vogliamo essere auditi anche dal governo”, ha detto Angela Nava, presidente del Cgd: “chiediamo lo stralcio dell’articolo relativo all’assunzione dei precari, perché i tempi sono stretti, che le materie delegate al governo siano ricondotte al dibattito parlamentare e che si riveda il 5 per mille”. “Vorremmo che la componente genitoriale fosse presa più in considerazione – ha aggiunto il presidente dell’Age, Fabrizio Azzolini – il governo ci ha ripensato: bisogna ascoltare la base per una buona riforma”. “I margini per la discussione sono stretti – ha concluso Antonio Affinita, direttore generale del Moige – c’è una volontà di mantenere uno status quo, ma serve un cambiamento, bisogna garantire la libertà di scelta educativa”. Con la Rete degli studenti medi. Insoddisfazione è stata espressa dalla Rete degli studenti medi: “Sull’onda della grande mobilitazione, che ha portato migliaia di studentesse e studenti in tutte le piazze del Paese, il Partito Democratico ci ha convocati ieri per una consultazione. Abbiamo accettato l’invito nonostante la mancanza di tempismo rispetto ai lavori parlamentari e alla vera consultazione e nonostante ci aspettassimo di essere ricevuti dal Miur, la sede più consona per discutere del provvedimento. L’esito è stato del tutto insoddisfacente”, commenta Alberto Irone, portavoce della Rete degli Studenti Medi, “abbiamo ribadito ai vertici del Pd i motivi alla base della nostra mobilitazione e posto ancora una volta sul piatto tutte le criticità del Ddl Buona Scuola, le proposte e rivendicazioni che fin dall’inizio delle finte consultazioni del governo abbiamo avanzato”. Richieste che Irone riassume così: “Rivedere l’articolo che trasforma la figura del preside in un manager; cancellare la norma sul 5X1000 e costituire un fondo nazionale e un’alternanza scuola lavoro di qualità e con tutele reali; riforma dei cicli fondata sul biennio unitario e legge nazionale sul diritto allo studio, unico strumento in grado di garantire l’istruzione dell’obbligo in un Paese in cui l’abbandono scolastico è sempre più alto”. “Inoltre la Rete – continua il suo portavoce – chiede con forza lo stralcio delle deleghe al governo in quanto evidentemente incostituzionali, e la cancellazione totale dello school bonus e della school guarantee, per un diritto allo studio che corrisponda a quello di cui parla la nostra Costituzione e non solo di pochi”. “Se governo e ministero, da cui attendiamo ancora una convocazione, non ascolteranno le nostre richieste, quella del 5 maggio sarà solo la prima di tante mobilitazioni”, avvisa Irone. “Sono decenni – conclude – che la scuola italiana viene letteralmente massacrata e destrutturata pezzo per pezzo e noi non ci arrenderemo fino a quando le nostre richieste non verranno accolte. Basta parole: vogliamo una scuola buona per davvero”.