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Sciopero della scuola 31 ottobre, incrociano le braccia lavoratrici e lavoratori

Per la giornata di oggi, 31 ottobre, è previsto lo sciopero generale del pubblico impiego, in particolare della scuola. Il comparto riguarda in generale le università, il mondo della ricerca, le accademie e i conservatori che rispondono ad un’iniziativa promossa dalla Flc Cgil, il sindacato di tutti coloro che lavorano nei settori della scuola (pubblica e privata), dell’educazione degli adulti, dell’università…

Sono previste in tutta la penisola iniziative come sit in e flash mob che vedranno incrociare le braccia i lavoratori e le lavoratrici del settore per varie motivazioni. Questo potrebbe determinare la cancellazione di ore di lezione fino alla possibilità che bambini e ragazzi non entrino a scuola.

A Roma l’appuntamento è alle ore 10 di fronte al ministero dell’Istruzione e del Merito.

“Nelle scuole romane arrivano ogni giorno, anche da altre regioni, lavoratrici e lavoratori precari che sono stati convocati per insegnare. Nel Lazio, ormai, più del 35% del personale dei settori della conoscenza non ha un contratto di lavoro stabile”. Così, in una nota, Natale Di Cola, segretario generale della CGIL di Roma e del Lazio.
“È proprio in questi settori che si concentra il maggior numero di precari del pubblico – continua -. Parliamo di figure importanti, che svolgono attività di docenza o di ricerca, a cui il Governo Meloni non intende riconoscere il valore con il chiaro obiettivo di precarizzare questi settori e renderli più esposti alla privatizzazione”.

Aggiornamento ore 8.00

La Flc Cgil fa sapere che alla base della mobilitazione c’è la richiesta di “un contratto giusto e un lavoro stabile”. Le riflessioni girano tutte attorno alla legge di bilancio presentata in Parlamento nei giorni scorsi che di fatto non prevede risorse aggiuntive per i rinnovi contrattuali 2022-2024.

Aggiornamento ore 10.30

Contratto giusto e lavoro stabile sono due argomenti ricorrenti nel panorama scolastico perché purtroppo il mondo in questione non gode di una situazione florida: si parla sempre di stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori e soprattutto di precariato, di retribuzione adeguata. E di fatto nella scuola ci sono problemi enormi, uno dei maggiori è il precariato.

Nel comparto scuola ci sono oltre 250.000 precari. E proprio l’OCSE dice che gli insegnanti del nostro Paese sono i meno pagati al momento. Un Paese che però non investe nella scuola, nell’istruzione, nella formazione e nella ricerca, non può vedere lungimirante e pensare quindi al futuro.

Aggiornamento ore 13.00