Il tanto temuto sciopero dei benzinai sarebbe stato revocato di 24 ore: una decisione scattata dopo lincontro al Mise tra il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, e i rappresentanti di categoria, grazie alle rassicurazioni dello stesso ministro sul rinvio della fatturazione elettronica, prevista a partire dal primo luglio prossimo.
“Lo strumento della fatturazione elettronica ha spiegato Di Maio al termine dellincontro è valido ma partirà quando queste categorie saranno pronte. Per noi il primo gennaio 2019 è una data ragionevole per farla partire. Abbiamo assicurato ai benzinai che partirà come tutti gli altri e loro hanno assicurato che rinvieranno lo sciopero”.”In queste ore al ministero dellEconomia ha proseguito Di Maio si sta scrivendo la norma del rinvio della fatturazione elettronica che entrerà allinterno del decreto dignità”. Nessuna anticipazione però da parte del leader pentastellato su quando il decreto approderà in Cda: “Sarà portato in cdm questa settimana” anche perché la data prevista per la e-fatturazione “è il primo luglio”.
Di Maio ha parlato del rinvio come di una nostra priorità” per “la parte più debole della filiera, quella che è colpita perché non ha fondi per riuscire ad aggiornarsi con i software e quindi affrontare la fatturazione elettronica”.
In merito alla carta carburante, invece, ha aggiunto: “mi sono impegnato a valutare con loro per riuscire ad abbassare i costi delle commissioni sui pagamenti con carta di credito. Quindi lavoreremo nei prossimi mesi per abbassare quei costi che non riguardano solo le carte dei carburanti: ci vuole una interlocuzione, speriamo proficua, con gli istituti bancari per riuscire a far capire che se noi mettiamo lo sgravio per i benzinai sui pagamenti con il pos non è che poi le banche raddoppiano i costi sul pos. Così sì vanificherebbero le agevolazioni e loro fanno ancora più profitti. Su questo ci dovremmo comprendere e capire”.
“Collaboro e dialogo con tutti ha sottolineato ancora Di Maio ma questo governo sta dalla parte dei più deboli, quelli che per anni sono stati utilizzati come Bancomat dallo Stato e dalla politica per finanziare categorie private che poi hanno continuato a vessare, vedi le banche”.