“L’illegalità è figlia delle liberalizzazioni selvagge e della conseguente destrutturazione del mercato. Le Organizzazioni di categoria – Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio– sollecitano da anni la Politica e le altre componenti del settore ad adottare una riforma complessiva che metta riparo ad oltre un decennio di deregolamentazione ed allentamento dell’intero sistema regolatorio che ha aperto le porte ad ogni forma di illegalità”.
Ed ora, dopo i ripetuti ‘avvisi’, le organizzazioni di settore hanno deciso che ora di ‘muoversi’ annunciando per il 6 ed il 7 novembre ben 48 ore di sciopero dei benzinai.
La mobilitazione generale bloccherà di fatto la distribuzione dei carburanti in tutto il Paese, dalla rete ordinaria a quella autostradale mentre, nel frattempo, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio faranno sentire le loro ragioni sotto al Parlamento, “di fronte alla colpevole inerzia dei Governi che si sono succeduti in questi ultimi anni ed alla interessata indifferenza delle altre componenti del settore”
“Secondo stime accreditate quanto prudenti – spiegano nel comunicato stampa che annuncia lo sciopero di 48 ore – il fenomeno dilagante dell’illegalità nella distribuzione dei carburanti, interessando una quota che si aggira intorno al 15% di prodotti ‘clandestini’ sul totale dei 30 miliardi di litri erogati, vale numerosi miliardi di euro ogni anno. Se si considera che ogni mille litri valgono 300 euro di Iva che arrivano a superare i mille euro se si aggiungono pure le accise, la quantità di denaro sottratta alla collettività ed incassata da criminali più o meno organizzati appare incommensurabile, con riflessi devastanti, oltre al resto, anche sulla concorrenza e la qualità stessa dei prodotti immessi nei serbatoi di automobilisti ignari”.
Max