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    Scioglimento dei ghiacciai, le foto “prima e dopo” alle Svalbard mostrano che stanno morendo

    Una serie di foto scattate da Greenpeace e messe a confronto con quelle di qualche decennio fa mostrano il sorprendentemente rapido scioglimento dei ghiacciai artici. 

    In molti dei ghiacciai che ho fotografato per questa serie, abbiamo visto la stessa storia: muri di ghiaccio completamente scomparsi e ghiacciai che si ritirano nel nulla. Illustrano quanto rapidamente il nostro pianeta stia cambiando mentre la crisi climatica peggiora”. 

    A parlare è Christian Åslund, fotografo professionista che per conto di Greenpeace da diversi anni sta fotografando il ritiro dei ghiacciai artici nella regione norvegese delle Svalbard.

    Gli scatti realizzati di recente, messi a confronto con quelli d’archivio posseduti dall’Istituto Polare Norvegese e risalenti a diversi decenni del Novecento, mostrano il velocissimo processo di fusione dei ghiacciai artici in corso.

    Il fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai è noto da diversi decenni. Tanto che lo stesso Christian Åslund fu protagonista, sempre per Greenpeace, di un progetto simile nei primi anni 2000. Già allora con le sue foto aveva mostrato al mondo quello che stava accadendo: l’innalzamento delle temperature medie globali causate dall’utilizzo di combustibili fossili da parte dell’essere umano stava facendo sciogliere i ghiacciai artici.

    Ma vent’anni dopo Christian Åslund ha dovuto constatare che non solo il processo di scioglimento dei ghiacciai non si è affatto fermato, ma addirittura procede con una rapidità sorprendente. 

    Lo scioglimento dei ghiacciai artici nelle foto a confronto

    Il processo di fusione dei ghiacciai artici nella regione delle Svalbard è talmente veloce che in soli 60 anni alcuni luoghi hanno del tutto cambiato fisionomia… anche sulle mappe geografiche.

    Una prova Christian Åslund ha fotografato un membro del suo equipaggio nello stesso luogo (cioè su una cima dell’isola Blomstrandøya nel Kongsfjorden) e nella stessa posizione di un uomo immortalato lì durante un viaggio di ricerca nel 1966.

    Ecco il risultato!

    All’epoca si pensava che Blomstrandøya nel Kongsfjorden fosse una penisola, ma dopo lo scioglimento del ghiacciaio si è scoperto che era un’isola.

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