SAVE THE CHILDREN PUBBLICA UN RAPPORTO CHOC: OGNI 7 SECONDI NEL MONDO SI SPOSA UNA BAMBINA. L’INFANZIA NEGATA TRA MUTILAZIONI, VIOLENZE ED UMILIAZIONI

Nella Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze, stavolta a denunciare – dandone risonanza – un odioso fenomeno ‘culturale’ che interessa vastissime regione del pianeta, è il rapporto ‘Every Last Girl: Free to live, free to learn, free from harm’, lanciato oggi da Save the Children: ogni 7 secondi nel mondo una ragazza minore di 15 anni si sposa. Ma non solo, l’organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuoverne i diritti, riveloa anche che oltre un milione di ragazze diventano madri prima di compiere i 15 anni mentre, 70mila ragazze tra i 15 e i 19 anni, perdono invece la vita ogni anno per cause legate alla gravidanza e al parto. Attraverso cinque parametri (matrimoni precoci, numero di bambini per madri adolescenti, mortalità materna, completamento della scuola secondaria di primo grado e numero di donne in Parlamento), il rapporto presentato oggi ha stilato una specifica graduatoria dei Paesi al mondo dove le bambine e le ragazze hanno maggiori opportunità di crescita e di sviluppo. Ebbene, se ne evince che il peggior posto al mondo dove essere una bambina è il Niger mentre, la Svezia, il migliore. A seguire, altri due Paesi scandinavi: Finlandia e Norvegia. L’Italia si piazza in decima posizione, davanti a Spagna e Germania. Entrando invece nello specifico della notizia, come appurato anche dalle statistiche delle Nazioni Unite, qualora dovesse continuare il ripugnante fenomeno delle spose bambine, nel 2030 avremo 950 milioni di donne sposate giovanissime e 1,2 miliardi nel 2050. L’India è il Paese con il più alto numero di spose bambine, con il 47% delle ragazze sposate prima di aver compiuto 18 anni. In India, Afghanistan, Yemen e Somalia, sono numerosi i casi di spose bambine che hanno meno di 10 anni e che si legano a uomini molto più grandi di loro. Povertà, guerre e crisi umanitarie sono i fattori che contribuiscono ad alimentare il fenomeno dei matrimoni precoci. Ogni anno, prosegue il rapporto, 16 milioni di ragazze tra i 15 e i 19 anni mettono al mondo un figlio, mentre sono oltre un milione le ragazze che diventano madri prima di compiere i 15 anni. Purtroppo qui seguono altri dati drammatici: le complicazioni durante la gravidanza e il parto rappresentano, dopo i suicidi, la seconda causa di morte per le ragazze tra i 15 e i 19 anni. I bambini che nascono da madri adolescenti, inoltre, hanno il 50% di probabilità in più di morire nei primi giorni dopo il parto, rispetto ai figli di donne tra i 20 e i 35 anni di età. Oltre 30 milioni di ragazze, poi, rischiano di subire mutilazioni genitali femminili nel prossimo decennio. Oltre un terzo delle giovani donne nei Paesi in via di sviluppo, emerge inoltre dal rapporto, è fuori sia dal circuito scolastico che da quello del lavoro formale. Entrando poi nella ‘socialità’, il rapporto spiega che in molti Paesi al mondo, le ragazze continuano a non potersi esprimere liberamente e a non essere coinvolte nei processi decisionali pubblici e privati. A livello globale, solo il 23% dei seggi parlamentari è occupato da donne le quali, peraltro, presiedono le Camere dei Parlamenti solo nel 18% dei casi. La più alta percentuale di donne in Parlamento si registra in Ruanda (64%), mentre le donne parlamentari sono solo il 9% in Mali, il 6% in Nigeria e il 2% in Egitto. Qatar e lo Stato insulare di Vanuatu, invece, non hanno alcuna donna in Parlamento. Una situazione sconcertante, che non ha nulla da invidiare al medioevo se non fosse che, facendo zapping sul telecomando, realizziamo di vivere il terzo millennio apprendendo dei tentativi di raggiungere Marte….

M.