Home SPETTACOLI MUSICA Sarri e Guccini a cena insieme, il racconto di Bartoletti

Sarri e Guccini a cena insieme, il racconto di Bartoletti

Uno parlava di Ronaldo, l’altro di Bertoncelli. L’Orso del Valdarno e l’Orso di Pavana hanno passato una serata insieme parlando di mondi distanti ma capaci di comunicare. Francesco Guccini e Maurizio Sarri si sono incrociata a tavola, uniti da Marino Bartoletti, giornalista e scrittore, amico di entrambi.

La foto è stata postata su Facebook, in poche ore ha collezionato migliaia di like e commenti. L’incontro è stato raccontato da Bartoletti, che non ha potuto svelare i dettagli, ma ha dato l’idea di aver avuto a che fare con due anime affini entrate in contatto. E che non smettevano più di domandare e rispondere.

“L’Orso del Valdarno era una vita che voleva conoscere l’Orso di Pavana, suo mito sin da quand’era adolescente – ha scritto Bartoletti a corredo della foto – Ed è stato un incontro bellissimo, fra due nuovi amici che non la smettevano più di parlare e di parlarsi. Il testimone è vincolato al segreto, ma vi assicuro che dai loro dialoghi si potrebbe scrivere un libro. Guccini che chiedeva a Sarri di Ronaldo, Sarri che chiedeva a Guccini di Bertoncelli (quello de “L’Avvelenata”). Guccini che chiedeva a Sarri chi vede favorito per il campionato (ottenendo una riposta sorprendente) e Sarri che chiedeva a Guccini se, quando compone, nasce prima il testo o la musica (“Quella che nasce è sempre un’idea, caro Maurizio)”.

Continua il racconto del giornalista: “La cosa buffa è che il più curioso dei due sembrava il Maestrone: che però, quando ha cominciato a volare alto raccontando come (e perché) ha scritto le sue prime canzoni – divagando fra i carrarmati americani Sherman vicini al mulino di famiglia, la genesi del rock ‘n roll, i canti trobadorici del ‘200 e la traduzione in dialetto pavanese delle commedie di Plauto – non ce n’è stata più per nessuno! Inatteso punto in comune babbo Amerigo (per Sarri) e zio Amerigo per Guccini (quello della canzone che, dall’America dov’era andato a fare il minatore, “tornò come fan molti, due soldi e giovinezza ormai finita…”)”.