La chiusura del servizio sulla Civitavecchia-Cagliari rappresenta una decisione “insostenibile” e “carica di conseguenze” per il porto laziale con non meno di 120.000 passeggeri all’anno, 25.000 mezzi pesanti ed altre tipologie di cargo. E’ l’allarme che lancia il presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale, Pino Musolino, in una lettera inviata al ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili, Enrico Giovannini.
“Come noto, l’attuale armamento della linea di cabotaggio nazionale Civitavecchia – Cagliari, con frequenza giornaliera durante la stagione estiva e trisettimanale nel periodo invernale, con toccata al porto di Arbatax [toccata questa già cancellata a Giugno 2021] ha annunciato la prossima chiusura del servizio.La linea, senza interruzione alcuna anche nel periodo bellico, è sempre stata in esercizio in questo Porto, che storicamente rappresenta il punto più contiguo all’isola di tutta la parte occidentale della costa italiana. In questa fase irripetibile di rilancio, successivamente al periodo pandemico, non posso sottrarmi dall’evidenziare che tale trend – sottolinea Musolino – rappresenta un chiaro processo involutivo e, ancora di più, una ‘sconfitta’ delle politiche di liberalizzazione del cabotaggio nazionale che, a partire dal 1993, hanno progressivamente privatizzato il servizio esercito una volta dalla sola Tirrenia di navigazione dell’ex gruppo di Stato Iri”.
“Il servizio regolare di linea in questione – prosegue Musolino – si è sempre affiancato a quello altrettanto storico con il porto di Olbia, che si giova dei ristori governativi sulla continuità territoriale, mentre, da tempo, il collegamento con il sud della Sardegna ne è stato escluso. Il trasporto marittimo rappresenta uno strumento per la continuità territoriale di passeggeri e merci ed ha quindi un alto valore strategico per lo sviluppo economico della Sardegna e del continente, ma, soprattutto, delle comunità portuali che sostengono, con il proprio impegno quotidiano, l’imprescindibile sforzo comune per assicurare il collegamento nazionale”.
“La cennata conclusione operativa della linea risulta – avverte il presidente dell’autorità portuale – carica di conseguenze per questo scalo: non meno di 120.000 passeggeri all’anno, 25.000 mezzi pesanti ed altre tipologie di cargo, verrebbero cancellate! Allo stato emergono, nell’immediato, come sicuri i pregiudizi alla comunità portuale, alle maestranze ed alle imprese che, faticosamente e coraggiosamente, hanno affrontato questi anni contraddistinti dalla pandemia, che ha avuto come precipua conseguenza la quasi totale sospensione dei collegamenti con passeggeri”.
“Nel periodo della ripresa, questa decisione – evidenzia ancora Musolino – risulta insostenibile per i manifesti sforzi compiuti nella ricerca, a tratti angosciosa, dell’equilibrio economico da parte delle imprese portuali, con fatali ripercussioni sul mantenimento dei posti lavoro. Risulta netto, infine, il grave contraccolpo sul mercato dell’Autotrasporto che si vedrebbe costretto ad una sicura perdita di competitività ed alla affannosa ricerca di soluzioni alternative in porti lontani o di azioni drastiche volte alla chiusura delle imprese, con chiare ricadute anche sotto il profilo della mobilità sostenibile e con grave pregiudizio allo sviluppo della intermodalità”.
“Per tutto quanto precede, si chiede un rapido quanto autorevole intervento volto a trovare una soluzione che implichi il mantenimento del servizio, nella certezza che questa amministrazione resta a disposizione per ogni utile approfondimento o intervento nei limiti definiti dalle norme che ne definiscono la propria condizione giuridica, in particolare riferimento alla governance del trasporto marittimo di cabotaggio con le isole. Certo che quanto sopra troverà la necessaria attenzione nella sensibilità del Superiore Dicastero Vigilante, si rimane a completa disposizione, in attesa di un cortese cenno di riscontro”, conclude Musolino.