(Adnkronos) – Via libera dell’Agenzia italiana del farmaco a un nuovo trattamento contro il tumore alla prostata metastatico, una terapia ‘figlia’ del progetto Titan che l’università Sapienza di Roma ha coordinato per l’Italia, con Alessandro Sciarra del Dipartimento Materno-infantile e Scienze urologiche. Gli scienziati che hanno partecipato alla ricerca, un programma multicentrico internazionale oggetto di diverse pubblicazioni sul ‘New England Journal of Medicine’, hanno dimostrato i vantaggi di una terapia sistemica con apalutamide. Il composto, in grado di inibire gli effetti biologici degli androgeni, dopo la validazione da parte dell’Agenzia del farmaco americana Fda e dell’europea Ema, ha incassato anche l’ok dell’Aifa che ne ha approvato la prescrivibilità e la rimborsabilità.
Il carcinoma della prostata – ricordano dalla Sapienza – è il tumore più frequente nell’uomo ed è difficile da diagnosticare soprattutto nelle fasi iniziali. Non è infatti individuabile con una semplice ecografia, ma occorrono visite urologiche approfondite e il monitoraggio periodico dell’antigene prostatico specifico (Psa), un enzima che ha la funzione di mantenere la fluidità del liquido seminale e la cui quantità aumenta in caso di tumore alla prostata. “Circa il 15 % dei tumori della prostata si presenta alla prima diagnosi già in fase metastatica e il 20% progredisce più o meno lentamente, con lo sviluppo di metastasi dopo i trattamenti primari – sottolinea Sciarra – Lo studio Titan ha introdotto una modalità di trattamento di questo carcinoma alternativa alla classica terapia con la sola castrazione farmacologica. Ciò ha prodotto un significativo vantaggio per i pazienti, sia in termini di sopravvivenza globale che riguardo alla qualità di vita”. Oltre a rallentare la progressione del tumore, prolungando la sopravvivenza dei pazienti – evidenzia una nota dell’ateneo capitolino – questo nuovo schema terapeutico ha “un’ottima tollerabilità e una gestione del clinico relativamente semplice”.
“I risultati ottenuti con questo progetto – commenta Sciarra – permettono di implementare le possibilità terapeutiche del paziente con carcinoma alla prostata metastatico e ormone-sensibile, sia alla prima diagnosi che progressivo, e rappresentano quindi un’alternativa vantaggiosa alle attuali terapie”.