(Adnkronos) – “I tumori del sangue sono tantissimi, completamente diversi, e quindi anche con prognosi diverse. Tra i più frequenti troviamo i linfomi, per i quali oggi il 70-80% dei pazienti guarisce, indipendentemente dal sesso e da altre caratteristiche. Per altre malattie, come il mieloma e mielodisplasie, abbiamo ottenuto un nettissimo prolungamento della vita grazie a nuovi farmaci così nelle leucemie stiamo assistendo in questi ultimi anni ad una rivoluzione con un miglioramento della percentuale di guariti altamente significativo”. Così Armando Santoro, direttore dell’Humanitas Cancer Center all’Istituto clinico Humanitas Irccs di Rozzano, intervenendo questa mattina alla conferenza stampa di presentazione di “Cancro: Le nuove frontiere dei trattamenti in oncologia e ematologia”, evento scientifico organizzato a Roma da AstraZeneca, al Centro congressi ‘La Nuvola’.
“La medicina di precisione – spiega l’oncologo – sta sempre più avendo un’applicazione pratica, ci sono molti pazienti oggi con tumori solidi e malattie ematologiche che vengono trattati in maniera completamente diversa rispetto a 5-10 anni fa con farmaci specifici in grado di ottenere in molte condizioni un netto miglioramento dei risultati terapeutici e della durata della risposte. Sicuramente assistiamo a una evoluzione altamente positiva”. Ad oggi “moltissimi pazienti affetti da patologie ematologiche diverse vengono trattati con terapie molecolari o con l’immunoterapia – sottolinea Santoro -. Non c’è settimana o mese in cui non c’è una nuova patologia per la quale viene data una indicazione, in seguito a risultati estremamente favorevoli, per l’impiego di nuove terapie che soppiantano nella maggior parte dei casi i vecchi trattamenti utilizzati”.
E in merito all’acalabrutinib, tra i temi emersi dall’incontro, Santoro non ha dubbi: “E’ una interessantissima terapia a bersaglio molecolare utilizzata al momento nella leucemia linfatica cronica. Noi in Humanitas la utilizziamo regolarmente da diverso tempo, anche perché l’abbiamo usata nella fase di sperimentazione”. Si tratta di “una molecola con un profilo estremamente interessante sia in termini di risposte sia in termini di tossicità che diventerà una delle armi fondamentali per il trattamento della leucemia linfatica cronica”, conclude.