Non c’è nulla di ufficiale, solo ‘qualche voce’ buttata là nei giorni scorsi. E’ anche vero che, come usava fare la politica di un tempo, spesso le famose ‘voci di corridoio’ erano una sorta di test per fiutare l’aria e capirne la fattibilità in base al ‘grado’ di reazione dell’opinione pubblica in merito ad una nuova misura da applicare.
Così, non se sappiamo se per ‘gossip’ – o ‘ad arte’ – da qualche giorno è circolata la voce secondo cui tra ‘le varie’ donne destinate, a turno, ad affiancare Amadeus sul palco del Teatro Ariston, Dagospia ha riportato che potrebbe materializzarsi anche la giornalista palestinese (naturalizzata italiana), Rula Jebreal. La notizia, vista ‘l’irruenza verbale’ della donna nel manifestare i suoi principi, non sembrerebbe però aver destato l’interesse sperato, anzi. Giustamente aderente ai propri dettami ideologici la Jebreal ha più volte apertamente manifestato tutto il suo dissenso verso le discriminazioni e, inevitabilmente, ‘catturata dall’italico vortice ‘tele-politico’, è stata ‘spianata’ contro le opposizioni, alimentando di fatto l’inutile ed insensata diatriba sui migranti.
Ecco perché, la presenza della giornalista al Festival di Sanremo 2020 non piace a tutti: almeno in quei sette giorni di musica e spettacolo, la maggior parte delle persone ha espresso la volontà di mettersi davanti alla televisione per rilassarsi, e non per ‘avvelenarsi’ come di consueto con la politica. Perché, hanno ripetuto in tanti, Rula Jebreal sul palco finirebbe suo malgrado per rappresentare un preciso connotato politico.
Ad esempio Daniele Capezzone ha scritto che: “Mi par di capire che con i soldi del canone Rai Rula Jebreal potrebbe essere incaricata a Sanremo di spiegarci quanto le facciamo schifo. Se poi qualcuno si lamenterà sui social, seguiranno accuse di: razzismo, sessismo, machismo. Pure nel 2020, ci avete già rotto i coglioni“. E via leggendo, con chi non la vuole argomentando più o meno le stesse opinioni. Ma c’è anche chi, senza entrare nelle questioni politiche o sociali, molto più semplicemente la definisce “antipatica”.
Così, mentre su Twitter è subito stato lanciato l’hashtag #BoicottaSanremo, inevitabilmente (ma forse questo si voleva), è subito seguita l’ennesima diatriba politica tra chi la acclama e chi la odia…
Onestamente, vista l’abbondanza di vallette e belle ragazze, che una volta tanto che potrebbero dare un senso alle loro aspirazioni, perché indugiare su personaggi o situazioni che poco hanno a che fare con l’occasione festivaliera?
Max