(Adnkronos) – “Mi sto preparando molto dal punto di vista tecnico, ogni giorno lavoro con la mia vocal coach su ogni piccolo dettaglio per una grande esibizione. Sicuramente salirò su questo palco con una consapevolezza diversa. L’ho lasciato da adolescente e lo ritrovo da ragazzo che è entrato nel mondo degli adulti”. Leo Gassmann si racconta all’Adnkronos a pochi giorni dal debutto tra i 28 big del Festival di Sanremo, dove salirà sul palco portando il brano ‘Terzo Cuore’, il cui testo è stato scritto con il leader dei Pinguini Tattici Nucleari, Riccardo Zanotti. Dopo aver vinto fra le Nuove proposte tre anni fa, le emozioni ora sono tante. “E’ un’opportunità meravigliosa, una grande occasione per dichiarare quello che sono diventato in questi tre anni”, dice.
Anni di “ricerca creativa, nel frattempo mi sono laureato, e questo lo considero il mio primo disco perché a livello artistico è una grande dimostrazione del lavoro che ho fatto”. Il brano, scritto e prodotto da Leo Gassmann, Marco Paganelli, Giorgio Pesenti, Riccardo Zanotti, “è nato in seguito ad una bellissima amicizia tra me e Riccardo (Zanotti, il frontman dei Pinguini Tattici Nucleari, ndr), ci siamo conosciuti in un albergo, è stato un incontro magico”. Il pezzo è inserito in ‘La strada per Agartha’ (disponibile in tutte le piattaforme digitali a partire dal 24 febbraio), un concept album che Gassmann definisce “sincero”.
Tra i brani, spicca per originalità e poesia ‘Caro Lucio’, una risposta dopo decenni alla lettera che Lucio Dalla scrisse al celeberrimo ‘amico’ in ‘L’anno che verrà’. “Caro Lucio è un brano che è nato di pancia -spiega Leo- Per me era un momento complicato emotivamente parlando. Avevo vinto le nuove proposte, è arrivata la pandemia, ero preso a sberle dalle emozioni, caduto nell’angoscia per il futuro e come sempre quando soffro mi rifugio nella musica”.
“Sono cresciuto a ‘pane e Lucio’, e mi sono reso conto ascoltando l”Anno che verrà’ che nessuno gli aveva mai risposto alla lettera e mi sembrava maleducato -dice l’artista- Mi sembrava poi molto attuale e rispondente al presente. E’ un brano sincero”. Tra i pezzi dell’album anche un duetto con Edoardo Bennato, ‘Io vorrei che per te’, al quale lo unisce un legame profondo. “Edoardo lo ritengo una seconda figura paterna, lo sento quasi più di mia madre -dice Gassmann- Amo ascoltarlo, mi racconta aneddoti incredibili che arricchiscono sia la mia persona che la mia musica. Sono cresciuto con i suoi album, i viaggi in macchina con mamma per andare a trovare mamma sul set erano capitanati dalla sua musica. C’è una bellissima intesa tra me e lui. Il brano è un brano bello perché si torna a parlare del cambiamento climatico, a cui sia io che lui siamo molto legati”.
La musica per Leo Gassmann è importante, “fa parte della mia vita ma vorrei sempre vederla come una passione e non come un lavoro”, spiega. 24 anni e idee chiarissime. “Recentemente ho preso una borsa di studio a Boston, in songwriting e vocals e non ti nego che qualunque piega prenderà il festival, la mia vocazione è quella di essere un essere umano in continua evoluzione”. E quanto a lavorare col padre, non è escluso ma è prematuro: “Mi piacerebbe fare qualcosa con papà, per dire ai miei figli ‘questo era vostro nonno’, ma non è il momento giusto”. E fare l’attore? “Da un anno sto studiando recitazione, ma per ora solo per conoscere me stesso, poi vedremo”. Il futuro ha molte strade, e piene di luce.
(di Ilaria Floris)