(Adnkronos) – “Quando mi hanno detto, molto prima che lo dichiarasse, che il monologo Chiara Ferragni se lo sarebbe scritta da sola (cioè col suo manager, che poi è la stessa cosa) ho avuto la conferma di quello che ho sempre pensato di lei: ha un orizzonte emotivo, professionale e culturale che non va oltre le sue ciabatte Gucci”. E’ solo l’incipit di una lunga analisi critica (eufemismo…) che Selvaggia Lucarelli posta su Facebook nel commentare la ‘performance’ di Chiara Ferragni durante la prima serata del Festival di Sanremo 2023.
“Non conoscendo nulla del mondo, non avendo interessi o curiosità che non siano se stessa e l’immagine di se stessa che arriva agli altri, non è abbastanza modesta e consapevole da comprendere i suoi limiti e i margini di miglioramento”, afferma Lucarelli. “Forse negli ultimi tempi i più ingenui si sono bevuti la manfrina furba sulle sue paure e sulle fragilità tatuate sulla pelle, ma non è vero che Chiara Ferragni è insicura – scrive -. Non ha paura di non essere abbastanza, ha paura di fallire, che è un’altra cosa. Il suo non è un problema con se stessa – lei si piace moltissimo – è un problema con l’eventuale dissenso del pubblico. Come tutti i narcisisti patologici ha un’enorme paura di essere smascherata”.
Da qui, per Selvaggia Lucarelli, “il suo terrore, di sempre, delle interviste, perché lei – maniaca del controllo – è l’unica narratrice di se stessa e assistendo ieri alla conferenza stampa che l’ha costretta per una volta a rispondere con parole anziché con i selfie, viene anche facile capire il perché… Tra la mancata comprensione di semplici domande e una povertà lessicale che nemmeno il concorrente tipo di ‘Temptation Island’, la sensazione era quella di vedere il re, anzi, la regina nuda per la prima volta. Tant’è che le sue nudità sul palco non hanno impressionato nessuno. La Chiara senza vestiti era quella che rispondeva ai giornalisti, non quella in un insolitamente brutto abito Dior”.
Poi, Selvaggia Lucarelli esamina il testo letto da Chiara Ferragni. “Con quel monologo che creava un imbarazzo nell’ascolto simile a quello di quando sentiamo i genitori che si accoppiano nella loro camera da letto, non parlava alla sua bambina interiore ma all’adulta fighissima che pensa di essere. Mentre scomodava tutti i problemi del mondo per posizionarsi come ragazza impegnata, mica solo moda e frivolezze, alla fine ti chiedevi: vabbè ma quindi che ha detto? In effetti nulla. Non c’era un vero focus, perché il focus era dire fintamente a se stessa-bambina quanto è figa, ricca, con una bella famiglia, sexy, brava madre e dirlo in realtà al pubblico, auto-assolvendosi da qualunque possibile
colpa, limite, lacuna, dando l’idea di aver superato ostacoli e combattuto contro mostri e nemici”.
Per Selvaggia Lucarelli, “in realtà, si tratta di una ragazza di Cremona nata bella, da famiglia agiata in una ricca cittadina di provincia del nord Italia, ma Chiara Ferragni è un’idrovora 2.0 e i posizionamenti li vuole tutti. Ha deciso che oltre ad esser la massima rappresentante del privilegio, doveva essere anche quella della sfiga, della bontà, della fragilità, della solidarietà femminile, della cultura del femminismo. Del resto, l’ha detto molto chiaramente: fino a due anni fa lei che di anni ne ha 35 mica 18, non aveva mai sentito parlare di violenza psicologica, poi un giorno ne ha letto in qualche slide su Instagram…”.
Tutto questo “accadeva mentre afferrava pure il posizionamento ‘tv delle famiglie’, che davvero è l’unico che le mancava e che, ahimè, richiede quel fattore x che milioni di follower non possono comprare. No, la tv non è il suo mestiere, non c’è carisma, non c’è manco un accento giusto per sbaglio, non c’è un volto che buca. La cosa seria è che ieri, in quella operazione, non c’era uno straccio di pensiero femminista. Era tutto immensamente egoriferito e pensato principalmente con due scopi: per far parlare (la scritta sullo scialle da far diventare un meme, il vestitino fesso con le scritte degli hater, l’abito con le tette disegnate) e per proteggerla il più possibile dalle critiche”.
Ed è così che – accusa la Lucarelli – “il suo artefatto manifesto del femminismo si è trasformato nell’operazione più anti-femminista che si potesse partorire”. Quindi, l’esortazione finale di Selvaggia Lucarelli: “Ridateci la Chiara Ferragni privilegiata che ci sbatte in faccia la sua ricchezza e il suo narcisismo sfrontato senza voler sembrare la piccola fiammiferaia. Quello, a suo modo, era pensarsi libera. Ora è piena di catene e il bello è che se l’è messe da sola”.