“Nelle pieghe del V Rapporto della Gimbe sul SSN, reso noto nei giorni scorsi, emerge un quadro contraddittorio ed assolutamente preoccupante. Perché se è pur vero che i numeri certificano una temporanea interruzione della politica dei tagli, le criticità che hanno portato al collasso dell’assistenza emergono ben chiare. Decenni di sforbiciate assestate da chi ha governato ora privano troppi cittadini del diritto alla salute. Tutto questo mentre la pandemia non allenta la morsa e la crisi economica sta mettendo in ginocchio le famiglie italiane”.
Così il Segretario Nazionale della Ugl Salute Gianluca Giuliano.
“Per rifondare il SSN – prosegue il sindacalista – è lecito attendere uno stretto controllo sugli sprechi e sul malaffare che hanno fatto della sanità italiana terra di conquista. Troppe risorse sono state perse per cattiva gestione o interessi personali, e proprio in questi giorni la cronaca punta il dito su nuovi episodi in tal senso, ed è quindi importante che lo Stato vigili con attenzione per una corretta gestione economica sui vari territori”.
Ed ancora, prosegue il sindacalista, “Dove chiediamo investimenti forti, da distribuire con equità da nord a sud, perché in ogni regione si sviluppi una campagna di assunzioni del personale sanitario che vada ad implementare organici in assoluta sofferenza. Fare ricorso a soluzioni estemporanee, come la chiamata di medici stranieri, ad esempio, non ha senso e mortifica gli operatori italiani. Bisogna alimentare e dare linfa alle professioni sanitarie rendendole appetibili per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro e incentivando chi già vi opera con contratti degni, che assicurino adeguate retribuzioni e garanzie giuridiche, in modo da poter essere equiparati alla media dei tanti paesi europei verso cui molti professionisti italiani guardano come isole felici”.
Dunque, suggerisce ancora Giuliano (nella foto), “Servono investimenti sulle strutture, modernizzando quelle esistenti e creandone dove ce ne è reale necessita delle nuove, sui macchinari e sulla ricerca. L’impreparazione con cui l’Italia si è trovata a dover affrontare la pandemia è figlia di una mancanza di vedute, di progetti, di programmazione. La vera sfida ora è cambiare una sanità che non è più al servizio dei cittadini. Per farlo, puntando con forza sulle qualità e la professionalità degli operatori sanitari, è arrivato il momento di scelte competenti, mirate e coraggiose”.
Max