Il destino toccato a Saman chiama in causa tutti perché nel denunciare una sottocultura spesso atavica evidenzia temi di cui “è fin troppo banale e scoraggiante parlare. In questa storia sono state violate norme che tutelano il diritto alla vita e alla libertà personale. Le reticenze su questi comportamenti non sono minimamente giustificabili, nemmeno per un malinteso rispetto dell’articolo 19 della nostra Costituzione, quello che tutela la libertà religiosa”. Ne parla con l’Adnkronos il costituzionalista Giovanni Guzzetta, ordinario di diritto Costituzionale presso l’Università di Roma Tor Vergata.
Guzzetta individua due livelli di analisi: “Sul piano giuridico, le vicende di cui trattano le cronache sono gravissime e ingiustificabili anche perché la libertà religiosa è tutelata nel limite del rispetto dei valori fondamentali di libertà previsto dalla costituzione. Sul piano culturale gli atteggiamenti reticenti, spesso giustificati da una distorta idea del politicamente corretto o del multiculturalismo e minimizzatori della gravità di questi comportamenti in nome del rispetto della diversità culturale, non solo non sono giustificati sul piano costituzionale, ma sono originati da una malintesa interpretazione di quello che è il fenomeno religioso contemplato dal nostro ordinamento costituzionale”
Come implementare tra le nuove generazioni una cultura consapevole contro ogni forma di violenza, spesso subdola e ordinaria? “Con una conoscenza più equilibrata e meno per sentito dire della Costituzione che aiuterebbe ad instradare il dibattito su un piano di serietà e a formare cittadini consapevoli dei propri diritti e doveri in questo campo – risponde – La vicenda Saman è gravissima e va stigmatizzata favorendo lo sviluppo di anticorpi culturali affinché situazioni del genere non siano più concepibili. Ma direi di più: devono allarmare tutte quelle forme di violenza verso i soggetti fragili. E’ necessaria una educazione civica anti-violenza. Detto in positivo va favorita una formazione al rispetto della dignità delle persone, perché violenza non è necessariamente violenza fisica. Nella Costituzione – conclude – ci sono tutte le coordinate per essere formati a questi valori”. (di Roberta Lanzara)