Sì alla riapertura delle case chiuse da parte di Matteo Salvini. Una delle più annose e controverse tematiche che in Italia tengono banco da decenni si riaccende sotto i riflettori della attualità: per Matteo Salvini occorre dire di sì alla riapertura delle case chiuse e, anche se la faccenda farà discutere, c’è tutta l’intenzione di andare avanti.
Dunque sì alle case chiuse e sì alla riapertura. E il M5S non è d’accordo. Come se non bastassero le contrapposizioni su Tav e autonomie, per fare due esempi, la maggioranza di governo di divide anche sulla ormai storica questione delle case chiuse che il leader leghista vorrebbe riaprire e regolarizzare.
Il sì alla riapertura delle case chiuse viene rilanciato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini a seguito della cerimonia di consegna di Costa Venezia, a Monfalcone. «Ero e continuo ad essere favorevole alla riapertura delle case chiuse», ha affermato il vice premier, tornando a riproporre la modifica della legge Merlin, come aveva detto gennaio dell’anno scorso, attirandosi le critiche di cattolici, e ad agosto 2017, quando ne promise l’apertura, via social qualora fosse salito al governo.
Ma è lo stesso ministro dell’Interno a sapere che, anche con il governo gialloverde, il suo resterà soltanto un auspicio. Tanto che ai giornalisti chiarisce: «Non aggiungiamo problema a problema, chiudiamo prima quelli aperti prima di riaprire le case chiuse».
Dunque potrebbe restare ancora allo stato fumoso la proposta di legge presentata il 12 febbraio scorso al Senato da Gianfranco Rufa sulla riapertura delle case chiuse e una riforma della normativa sulla prostituzione. La modifica della Merlin, peraltro dice Salvini, «non c’è nel contratto di governo, perché i cinquestelle non la pensano così. Però io continuo a ritenere che togliere alle mafie, alle strade e al degrado questo business, anche dal punto di vista sanitario», sia la strada giusta e «che il modello austriaco sia quello più efficiente».