Una manifestazione che ha suscitato il calore delle grandi occasioni, con tanti di Inno di Mameli, cantato all’unisono dal vasto auditorium del Palazzo dei Congressi dell’Eur dove, nonostante la capienza, moltissimi romani non sono riusciti ad accedere.
Se i banchetti dove si firma per il maggioritario e l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, in pochi minuti hanno quasi terminato la t-shirt con su scritto ‘Processateci subito!’, intorno al palco è la baraonda: tutti vogliono vedere da vicino il ‘Capitano’, scattare un selfie, dargli la mano. E lui, ‘scortato’ fin sul palco da Claudio Durigon e Francesco Zicchieri, non si sottrae di certo dalla morsa affettuosa.
“Quello che mi dimostra questa sala e la gente che è rimasta fuori è che noi vinceremo, è sicuro, noi vinceremo, è solo questione di tempo“, esordisce Matteo Salvini in questo ‘Roma torna capitale’ che, per ovvi motivi, implica subito una bella stoccata alla sindaca Raggi: “Abito dalle parti della fermata della metro Barberini, che è guasta, si fermano i cittadini, e allora mi domando a me mi mandano a processo per sequestro dei migranti, e allora perché non la processano per sequestro di cittadini?”.
Quindi, commentando ‘la contro-manifestazione’ delle Sardine in simultanea a Piazza Santi Apostoli, Salvini domanda: “Le ‘Sardine’ ci sono o ci fanno? Abolire i Decreti Sicurezza significa togliere soldi, poteri e competenze a Sindaci e Forze dell’Ordine, oltre che dimezzare la forza e gli uomini dell’Agenzia dei beni confiscati alla mafia. Forse qualcuno tifa per mafiosi e delinquenti?“.
Tra i vari argomenti non può certo mancare anche il tema Bruxelles, e tutto quello che ne consegue: “La Ue? – rimarca il leader del Carroccio – Per me vengono prima gli italiani, non si tratta di essere euroscettici, ma si tratta di non essere dei pirla, pagare per un servizio che non c’è“.
Max