Un botta e risposta che ci riporta agli antichi fasti cabarettistici della cosiddetta ‘gattata’ quando, nella Capitale del primo del Novecento, nei ‘bugigattoli’ allestiti per l’avanspettacolo, imbeccato dal pubblico (era quello poi in realtà il vero spettacolo), dal palco l’attore replicava senza complimenti, fino a quando, davanti al lancio di un gatto morto, era costretto alla ritirata.
Oggi grazie a Dio i tempi sono cambiati, gli attori sono idolatrati e, beneficiati da una ritrovata civiltà, i mici scorrazzano liberi ed incolumi nelle nostre strade. Tuttavia, incredibile a dirsi, è invece ancora una volta la politica – nessuno escluso – a dare spesso prove di ‘pochezza’.
L’ultima, in ordine di tempo, ha visto come protagonista Matteo Salvini il quale, recatosi in piazza a Taurianova (Reggio Calabria), per complimentarsi con Roy Biasi, neo sindaco leghista eletto. Una volta presa la parola però il leader del Carroccio è stato accolto dall’impietoso coro di “Buffone, buffone” e, come non bastasse, un nugolo di giovani si è lanciato in una polifonia di fischietti.
”Qua ci sono alcuni genitori che hanno sbagliato la loro missione educativa – ha subito affermato al microfono Salvini – Se mio figlio andasse in piazza a insultare un altro, quando torna a casa si becca due schiaffoni che se lo ricorda per il resto dei suoi giorni“. Una replica che, proprio come la ‘gattata’ insegna, non ha fatto altro che acuire i fischi. Quindi Salvini ha ribattuto urlando: “Se i cittadini hanno scelto Roy i fischietti tirateli fuori tra 5 anni e andate a casa, usateli nel campo di calcetto”. Quindi, lasciando poi il palco ha aggiunto sconsolato: “I cittadini hanno sempre ragione…”
Max