Fino agli inizi dell’estate, indicando le preferenze di voto degli italiani, i sondaggisti non potevano che citare la Lega, come partito saldamente arroccato in vetta ad ogni rilevazione. Poi qualcosa ha iniziato a ‘non girare’, il grande senso di responsabilità, ed il tanto decantato ‘amor di patria’, che il leader del Carroccio rilanciò per rassicurare circa l’appoggio al governo Draghi, chiamato a tirar fuori il Paese dal pantano in cui – complice la pandemia – si è cacciato, è andato via via scemando.
Con l’avvento del green pass infatti, all’interno della Lega stessa, la ‘catena di trasmissione’ ha iniziato ad accusare preoccupanti segnali di ‘avaria’. Dal canto suo Matteo, pur vaccinatosi davanti alle telecamere, ha voluto ‘ostinatamente’ andare a pescare anche fra quanti contrari ai ‘dettami’ interni al Cts, fino a dichiararsi palesemente contrario al green pass, pretendendo giustamente le riaperture, ma senza il ‘paracadute’ sanitario.
Una presa di posizione quella del suo segretario, forse, vista anche l’impuntatura della Meloni (che però si è schierata da subito all’opposizione), che ha finito per scollare quel sottile filo che legava i vertici del partito.
Poi, a riprova di aver creato un’enorme confusione all’interno del suo ‘potenziale’ elettorato (ma come, prima accetti ‘eroicamente’ di governare con Pd e M5s per il bene dell’Italia, e poi tratti Draghi come fosse l’ultimo arrivato?), la recente ‘batosta elettorale’ dove, da Roma a Milano, passando per il Sud (la Calabria ha ‘preferito Fi), la Lega ha dovuto ingoiare un rospo grande quanto una casa.
Ma non solo, della serie non c’è mai fine al peggio, piuttosto che dare prova di ulteriore responsabilità nei confronti del Paese, anche alla luce dell’imminente recovery – Salvini che fa? ‘bigia’ il Cdm chiamato finalmente a ‘restaurare’ un sistema fiscale ormai incasinato e vetusto, urlando che tanto servirà soltanto ad aumentare le tasse. Un allarmismo insensato, quello del segretario ‘verde’, in quanto lo stesso Draghi – mettendoci la faccia a livello europeo – ha assicurato che almeno fino al 2026 la situazione tasse italiana non si smuoverà di un capello. Fortuna, almeno quello, il ‘dissenso’ dei suoi colonnelli i quali, hanno pubblicamente preso le distanze da certi atteggiamenti.
Così, a chi gli domandava se si prefigurava una crisi di governo, Matteo – ‘oborto collo’ – ha replicato che no, piccoli screzi, la Lega è con Draghi. Ma il premier non ha certo ‘digerito’ gli atteggiamenti poco eleganti di Salvini, e lo ha fatto capire fin troppo chiaramente.
Così oggi (non sappiamo se con il capo cosparso di cenere), il buon Matteo si è recato a Palazzo Chigi per incontrare il capo del governo, con il quale confrontarsi sulla delega fiscale e sulla riforma del catasto.
Poco prima di recarsi da Draghi, Salvini si è incontrato con il ‘suo’ ministro per lo Sviluppo Economico, Giorgetti – sembrerebbe accompagnato da Fedriga – per far quadrare il cerchio. Mentre Salvini è ancora a Palazzo Chigi, uscendo dal senato Giorgetti è stato ‘intercettato’ dai cronisti ai quali, ha dovuto rispondere in toni ‘criptici’: “Se votiamo in cdm? Non lo so, ora vediamo…”.
AGGIORNAMENTO DELLE ORE 18.33
Come previsto, è bastata circa un’ora perché l’intesa riprendesse forma. Senza stare ad inventarci cose che non ci è dato di sapere, salvo però immaginare che, come la ‘politica insegna’, a fronte della ‘pace’ sicuramente, anche per dare un senso al suo atteggiamento poco collaborativo, Salvini qualcosa avrà chiesto al piccato Mario Draghi (probabilmente maggior ‘considerazione’).
Molto probabilmente, per mantenere la linea intrapresa, Salvini (‘impensierito’ dalla ‘corte’ composta da Pd e M5s), avrà ribattuto sull’aumento delle tasse che, a suo parere, il governo si appresterebbe ad ‘ordire’. E qui, probabilmente forse anche un po’ ‘seccato’, Draghi avrà dovuto ribadire che come rimarcato pubblicamente anche in sede europea (“Non è il momento di prendere ma di dare”), aveva già ‘garantito’ che non ci sarebbe stato nessun aumento di tasse…
Ad ogni modo, uscendo da Palazzo Chigi, il segretario del Carroccio è apparso tutto sommato disteso e, puntuale, attraverso Twitter ha subito riportato “Un’ora di confronto con il Presidente Draghi”. Quindi, definendo quello appena concluso “un incontro molto utile: proposte e soluzioni condivise e impegno a confrontarci sul futuro dell’Italia ogni settimana”.
Quindi, visto che in qualche con qualcuno doveva prendersela (come se quanto accaduto si fosse consumato al ‘buio’), il leghista è ricorso alla ‘reprimenda infantile’ “I giornali scrivano ciò che vogliono: un rapporto leale, franco e diretto risolve ogni problema e trova soluzioni”. Come dire: non è successo nulla, anche se qualcosa è invece successo…
Max