(Adnkronos) – In Italia sono circa 133mila le persone che soffrono di sclerosi multipla o a placche, malattia neurodegenerativa cronica autoimmune, l’85% dei casi ha una forma a ricadute e remissione. Per questi pazienti la ricerca ha fatto molti passi in avanti. “I progressi più significativi sono stati la capacità di arrivare all’accertamento della malattia precocemente. Basti pensare che attualmente con i nuovi criteri diagnostici in media trascorrono tre mesi di tempo tra l’esordio della Sm e il momento della diagnosi. Tutto questo ci dà la possibilità di prescrivere terapie in modo tempestivo. Sappiamo bene che solo 2/3 anni di differenza nell’uso dello stesso farmaco comporta un’evoluzione a lungo termine della patologia molto differente. Tra i progressi della ricerca da segnalare anche l’enorme quantità di farmaci che abbiamo a disposizione”. Lo afferma Massimo Filippi, direttore Unità Neurologica Servizio Neurofisiologia e Unità di Neuroriabilitazione Irccs San Raffaele Milano, della Società italiana di neurologia (Sin), nella decima puntata della rubrica mensile ‘Proteggi il tuo cervello, affidati al neurologo’, dedicata alle malattie neurologiche. Il progetto, nato dalla collaborazione tra la Sin e l’Adnkronos, ha come obiettivo quello di aumentare la conoscenza sulle patologie neurologiche e sulla figura del neurologo, ma anche e soprattutto sensibilizzare la popolazione ad affidarsi alle cure di questo specialista nel momento in cui compaiono i primi sintomi.
La sclerosi multipla, che interessa soprattutto le donne, si manifesta in genere con disturbi visivi, quali il calo improvviso della vista anche ad un solo occhio, sdoppiamento e movimenti oculari non controllabili, disturbi della sensibilità cutanea e al tatto presenti nelle gambe, braccia, tronco o volto, fatica fisica e mentale anche a riposo, diminuzione della forza muscolare. Il tutto associato anche a bruciore e dolore. Questi sintomi – secondo gli esperti della Sin – possono manifestarsi singolarmente oppure insieme, anche l’intensità e la loro durata può variare notevolmente a seconda della forma di sclerosi multipla di cui si soffre.
Il perché la sclerosi multipla colpisca più donne rispetto agli uomini, lo spiega lo stesso Filippi, che è anche direttore della Scuola di Specializzazione in Neurologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele: “si tratta di una malattia autoimmune e come tutte le patologie autoimmuni interessa in particolare il sesso femminile, con un rapporto di 2-3 a 1 a favore delle donne”. Infine, se si tratti di una patologia trasmissibile, il neurologo chiarisce: “Sebbene abbia una componente di predisposizione genetica e ci sia qualche rischio in più per i parenti di primo grado dei pazienti affetti da Sm, la sclerosi multipla non è una malattia trasmissibile”.