(Adnkronos) – “L’epatite Delta è un’infezione virale provocata dal virus dell’epatite D, Hdv, che fornisce a questo virus un ‘mantello’ di rivestimento che permette all’Hdv di uscire ed entrare nell’epatocita. È una malattia severa perché ha una tendenza evolutiva verso la fibrosi, la cirrosi ed anche un rischio di epatocarcinoma elevato. Ed è per questo che viene identificata come la forma di epatite virale più dura”. Così Maurizia Brunetto, direttore Uo epatologia dell’azienda ospedaliera di Pisa, a margine del primo Delta Cure International Meeting a Milano.
“Può colpire solo le persone che hanno un’infezione da epatite B e si stima che circa il 5-7% dei portatori dell’infezione da Hbv abbiano anche la coinfezione da virus dell’epatite Delta”. L’esperta sottolinea però che la malattia è grave anche perché per anni resta ‘silenziosa’: “Un problema che abbiamo con tutte le epatite virali – sottolinea – è che si presenta in forma asintomatica. Il paziente per anni non ha sintomi, può scoprire di avere il danno epatico facendo dei test di laboratorio, trova le transaminasi alterate e da quel momento si innesca un percorso diagnostico che può portare alla presenza dell’infezione. Inoltre – conclude Brunetto – abbiamo altri test, molto comuni, come l’ecografia che possono far nascere il sospetto di una malattia di fegato anche se questi esami già evidenziano una malattia più avanzata”.