(Adnkronos) – Aumento della morbidità e della mortalità, qualità di vita ridotta comparabile a quella osservata in malattie come l’Aids o l’artrite reumatoide: ben due terzi dei pazienti con Lupus eritematoso sistemico (Les) riferiscono di essere limitati ogni giorno nello svolgimento delle normali attività lavorative o domestiche. “Limitazioni che hanno anche una ripercussione sui costi sanitari. Si stima che la cura del Les in Italia abbia un costo medio di 2.513 euro per ciascun paziente. I costi diretti della malattia sono circa 4mila euro all’anno per le forme di Les severe e 2mila per le forme meno gravi”. Lo ha detto Andrea Doria, presidente eletto della Società italiana di reumatologia (Sir) nel suo intervento alla conferenza stampa “Lupus eritematoso sistemico, le nuove opportunità di cura”, promossa oggi a Roma in occasione del World Lupus Day per fare il punto sulle importanti novità terapeutiche al momento disponibili per controllare la malattia.
“La componente di maggior costo – sottolinea Doria – è proprio quella dei farmaci. Invece, tra i costi indiretti della malattia ci sono certamente la riduzione della capacità lavorativa, quindi giorni persi sul posto di lavoro e un aumento della richiesta di giorni di malattia”.
Nei pazienti affetti dalla malattia in forma grave – è emerso dall’incontro – la mediana dei costi diretti sanitari è 1,6 volte più elevata rispetto a quella registrata nei pazienti con Les in forma non grave. I pazienti con Les in forma grave rispetto ai pazienti con forma non grave manifestano più frequentemente riacutizzazioni gravi, che sono causa di ospedalizzazione. “Per questo motivo – rimarca Doria – è fondamentale la diagnosi precoce e la presa in carico rapida del paziente perché il piano terapeutico possa dare i migliori risultati. L’approvazione e la rimborsabilità dell’anticorpo monoclonale anifrolumab cambiano la pratica clinica e introducono un nuovo paradigma di trattamento fin dalle fasi precoci della malattia. Grazie al suo meccanismo d’azione, anifrolumab permette un controllo della malattia, consente una minore assunzione di glucocorticoidi, ed è caratterizzato da un effetto rapido, tale da indurre una remissione precoce e la prevenzione del danno d’organo causato all’attività di malattia e a cui contribuiscono gli effetti collaterali dai farmaci attualmente in uso”.
L’esordio del Lupus eritematoso sistemico si verifica spesso in età giovanile, già durante l’adolescenza. Da qui l’appello di Doria ai giovani: “Occorre prestare attenzione ai primi campanelli d’allarme, tra cui dolori articolari, rash cutanei, fotosensibilità e alterazioni degli esami delle urine e del sangue. Anche l’aderenza alla terapia è molto importante perché quando riusciamo a mandare in remissione la malattia, i pazienti si sentono meglio, tendono a sospendere la terapia e questo è un grande problema perché poi è responsabile del peggioramento del decorso di tutta la malattia” conclude.