Mai contraddire notizie o considerazioni provenienti dal mondo medico-sanitario, se non si rischia in una vera e propria querela, nella migliore delle ipotesi si viene tacciati pubblicamente di ignoranza. Ora, senza voler incappare in nessuna delle due eventualità sopraelencate, a nostro umilissimo parere quanto ci accingiamo a raccontare ci trova abbastanza perplessi (ma solo per il campione fatto oggetto di studio), tantè. Consoliamoci anticipando che sono notizie doltreoceano e non made in Italy. E dunque, a quanto apprendiamo è frutto dellesperienza di James Carter, un chiropratico australiano di Niagara Park (nella Nsw Central Coast), che dichiara il suo stupore per le impressionanti lastre di bambini di 7 anni (ed ovviamente anche di adolescenti e adulti), aventi la schiena curva ed ingobbiti in modo anomalo, a causa della loro dipendenza da smartphone e della mania per gli sms. Luomo sostiene che questa sorta di epidemia di colli da sms’ è in preoccupante ascesa e che tra i casi trattati, almeno il 50% dei casi da lui trattati riguarda adolescenti in età scolare. A riprova dei suoi studi il chiropratico avrebbe consentito al ’Daily Mail Australia’ la pubblicazione delle radiografie: “Ho iniziato a vedere molti casi di questo tipo negli ultimi due anni, specialmente in bambini e adolescenti”, afferma Carter, spiegando che queste alterazioni della colonna vertebrale avviene dopo ore, giorni e settimane, seduti con la testa china a scrivere sms. “Al posto di una curvatura naturale, i pazienti sembrano avere una schiena a ’zainetto’, che spesso fa male o provoca dolore a testa, collo e spalle. Carlo Felice De Biase, ortopedico responsabile Uos Ortopedia e traumatologia dell’Arto superiore all’Ospedale San Carlo di Roma, conferma le pessime abitudini di quanti approcciano i mezzi tecnologici “abituarsi ad alzare il cellulare e il tablet: quando si guarda un video, si naviga in internet, si scrive un messaggio bisogna fare in modo che lo schermo sia allaltezza degli occhi e non costringa dunque il collo a piegarsi. Posizionare lo smartphone sul tavolo, per esempio, è sbagliato. Anche quando si segue un programma alla Tv o si digita alla tastiera del computer ha spiegato il medico all’Adnkronos Salute – la testa deve stare il più diritta possibile e non piegata di lato o in basso”. Terzo errore da evitare: tenere il cellulare fra orecchio e spalla, piegando il capo di lato e alzando l’omero. Il rischio, infatti, è sempre quello di creare contratture. “La cosa migliore è usare lauricolare o comunque reggere lapparecchio con la mano”. “Lerrore più comune e anche più deleterio riguarda la posizione in cui si tengono questi dispositivi tipo il cellulare. Nella maggior parte dei casi, infatti, la persona non sistema lo schermo davanti agli occhi, ma più in basso, se non addirittura di lato, rispetto al proprio viso. Ciò significa che, per guardarlo, è costretta a piegare il collo in avanti, in una posizione innaturale. Il risultato è che il carico che i muscoli di spalle e collo sono costretti a sopportare aumenta – prosegue l’ortopedico – Se, normalmente, quando lo sguardo è dritto davanti a sé, il peso della testa (pari a circa cinque-sei chilogrammi) è correttamente distribuito sullintera colonna vertebrale, quando il collo è piegato in avanti tutto il carico ricade sul tratto cervicale della colonna”. Ecco perché si crea un “sovraccarico del trapezio e dei muscoli lunghi del collo- aggiunge ancora il prof De Biase – La posizione scorretta in cui si tengono tablet e smartphone oppure si guarda la tv, se ripetuta nel tempo può finire con il causare delle contratture a carico dei muscoli del tratto cervicale o dei trapezi. Può comparire così una fastidiosa cervicalgia muscolo tensiva, uninfiammazione locale, con un dolore che parte dal collo e si irradia alle spalle e, nei casi più gravi, alle braccia, rendendo difficoltosi i movimenti. Alla base cè proprio una piccola alterazione delle strutture meccaniche (muscoli, legamenti, dischi intervertebrali, articolazioni) situate nel primo tratto della colonna”. Cosaltro aggiungere? Vigiliamo sui nostri figli affinché non seguano le stesse sorti dei loro coetanei australiani
Max