Il 61° Salone Nautico si è aperto oggi, giovedì 16 settembre, a Genova, salutato da 300 ospiti e dalle autorità di Governo e di territorio: il Ministro delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili Enrico Giovannini, il Sindaco di Genova Marco Bucci, il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, l’Ammiraglio di Squadra in rappresentanza del capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Giuseppe Berutti Bergotto, il Comandante generale delle Capitanerie di porto, Nicola Carlone, il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure occidentale, Paolo Emilio Signorini. Presenti il Presidente di Ice Agenzia Carlo Maria Ferro e il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi.
La cerimonia inaugurale si è aperta con l’alzabandiera a cura del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera ed è stata impreziosita dagli omaggi di ‘Nave Rizzo’, unità Fremm della Marina Militare italiana recentemente impiegata in attività antipirateria che ha sfilato lungo il canale del porto e dalla nave CP 420 “De Grazia”, l’ultima varata dalle Capitanerie di porto.
Con il nuovo waterfront nel 2023, sottolinea Saverio Cecchi, Presidente di Confindustria Nautica e I Saloni Nautici, “vi faremo rimanere a bocca aperta. Il Salone di Genova è uno strumento fondamentale per il mercato della nautica e tutta la sua filiera. È un momento in cui tutto il sistema si ritrova e spinge la ripartenza del Paese. I grandi Saloni come quello del Mobile e quello del Nautico sono attrattori per il turismo e un volano fondamentale per l’economia del Paese. Nel 2020 abbiamo avuto il +2,4% di addetti e le previsioni 2021 di crescita del fatturato globale sono del +23,8%. La nautica c’è, l’industria cresce ma lo Stato perde 40 milioni di Iva a causa della riforma del leasing voluta dalla Commissione Ue”.
Il sindaco di Genova, Marco Bucci, ha tracciato la rotta per il futuro. “Lo scorso anno eravamo qui in una situazione molto più difficile e il Salone Nautico è stato un successo. Quest’anno ci sono segnali positivi che arrivano dall’industria e questo è positivo anche per Genova. I lavori in corso in questa zona termineranno nel 2024 e faranno di Genova il salone più grande e bello del mondo”. Il successo di quest’anno e degli anni futuri, sottolinea il presidente di confindustria, Carlo Bonomi, “trae origine dalla capacità di lavorare insieme come Paese. Come Confindustria riconosciamo i tanti successi del Paese, come gli Europei e le Olimpiadi, ma si stenta a riconoscere, nel dibattito pubblico, i successi dell’industria italiana che sono i successi che ci invidiano in tutto il mondo e che sono le eccellenze del mondo dell’industria italiana, quella del saper far cose belle”.
Ai saluti delle autorità è seguito il Convegno inaugurale ‘Made in Italy, il Paese che traina il Paese’, moderato dalla giornalista Maria Latella. L’incontro ha approfondito le opportunità di rilancio offerte dai settori del bello e ben fatto e le riforme strutturali di accompagnamento, dalla ristrutturazione del waterfront di Genova alle infrastrutture programmate nel Pnrr. Oggi, sottolinea il ministro delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili Enrico Giovannini, “è un giorno importante per l’Italia ma anche per il settore nautico così decisivo per lo sviluppo del nostro Paese e per l’attrazione internazionale. Il successo di questo salone testimonia la capacità di una città, Genova, ma anche di una manifestazione, il Salone Nautico, di attrarre le migliori forze nazionali e internazionali. Dobbiamo sviluppare di più la nostra portualità, anche la nautica da diporto. Lavoreremo insieme con le altre istituzioni anche per favorire la nautica da diporto e i porti turistici. Il Decreto Infrastrutture e Trasporti recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale è l’inizio proprio di questo percorso. I lavoratori del settore nautico hanno bisogno di stabilità e di prospettive. Sostenere questo settore vuol dire anche dare opportunità di lavoro ai giovani e alle donne. Innovazione e formazione sono gli elementi che determinano la crescita economica di un Paese, per cui vanno sostenuti anche attraverso il Pnrr e con investimenti”.
La nautica italiana, sottolinea il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, “mette insieme tecnologia, design, grandi capacità e gusto. Il futuro lo stiamo costruendo come potete vedere. La mano che sta disegnando quello che sarà uno dei più bei waterfront del mondo è la stessa che ha ricostruito il viadotto, il Ponte crollato nell’estate di tre anni fa. Credo che questo sia il tempo in cui abbiamo bisogno di responsabilità, di coraggio e di ambizione. Credo che questi tre concetti siano oggi incarnati a Genova”.
Il dato di crescita dell’export italiano nel primo semestre del 2021 rispetto al primo semestre del 2019, rileva il presidente di Ice Agenzia, Carlo Maria Ferro, “segna +4.1%. Questo significa che l’export delle imprese italiane è già superiore ai livelli del pre – covid. L’Italia è il Paese che ha fatto meglio tra i Paesi del G8. La crisi del 2020 nelle esportazioni è stata una crisi essenzialmente di domanda e quando riprende la domanda, riprende la crescita. La nautica ha aumentato anche nel 2020 le esportazioni, registrando nel semestre un +17%. Lo scenario competitivo internazionale sta cambiando. Il digitale e la sostenibilità, non sono più fattori di compliance, perché caratterizzeranno la domanda, diventando fattori di competitività e di marketing oltre che fattori di scelta delle nuove generazioni”.
“Dobbiamo rispettare il pianeta – sottolinea Carlotta de Bevilacqua, Presidente e Ceo di Artemide – a partire dal mare, solo così possiamo immaginare una vita migliore. I due Saloni, il Salone di Milano e il Salone di Genova, sono un grande orgoglio per il Paese. La relazione fra Genova e Milano è sicuramente fondamentale ma bisogna andare oltre, in Europa. Genova è un luogo di cultura del progetto. Il Waterfront di Renzo Piano è un’eccellenza progettuale, umana, territoriale e sostenibile. Costruire i ponti significa anche scambiare conoscenze ed umanità. Per questo va sostenuta anche l’importanza dello scambio per mare”.
“Bisogna lavorare sulla filiera. I piccoli artigiani, la manifattura e le grandi aziende devono dialogare con la filiera. È vero che ci sono i grandi brand e manager, ma possono operare solo grazie a tanti piccoli artigiani e piccoli produttori che danno lustro e unicità a questo Paese”, conclude Renzo Rosso, il presidente del gruppo Otb (Diesel).