Incredibile suicidio sportivo da parte della Lazio. Quando tutto sembrava far presagire una agevole qualificazione in semifinale, la Lazio fa tutto per farsi eliminare.
Quando la strada verso la semifinale di Europa League sembra spianata, la Lazio crolla al cospetto del Salisburgo che vince 4-1, ribaltando il 2-4 dell’andata. Tutto accade nella ripresa e, inspiegabilmente, la luce si spegne dopo il gol del vantaggio segnato da Immobile al 10’. Gli austriaci pareggiano quasi subito, ritrovando immediatamente fiducia. Poi, tra il 27’ ed il 31’, i padroni di casa vanno a segno altre tre volte, sfruttando il blackout biancoceleste, sia fisico che mentale, condito da amnesie difensive gravissime. E dire che sull’1-1 Luis Alberto aveva sprecato un contropiede tre contro due, gettando tra le braccia di Walke l’occasione per ripassare avanti.
Nel proprio impianto, lo Stadion Salzburg, la formazione di mister Marco Rose conferma tutte le doti di fisicità ed organizzazione già fatte vedere all’Olimpico, compresa una notevole tenuta psicologica. Nell’attacco del Salisburgo torna titolare il coreano Hwang, 22 anni, squalificato all’andata e preferito a Gulbrandsen. Altra novità il tedesco Reinhold Yabo. Inzaghi ripropone in avanti la coppia Luis Alberto-Immobile, tenendo in panchina – come già all’Olimpico – Felipe Anderson. Dentro dall’inizio anche Parolo e, soprattutto, Lulic, in dubbio fino all’ultimo. Il primo pericolo per Strakosha lo crea proprio Hwang, al 5’, servito da Schlager. Il tiro è pronto, ma è respinto dal portiere biancoceleste. La Lazio si difende alta, molto chiusa, aspettando il Salisburgo sulla linea di centrocampo con una linea di cinque uomini.
La squadra austriaca concede poco, è compatta ed organizzata, anche se non eccelsa tecnicamente. Dopo il lampo con Hwang, le occasioni da rete latitano e la pressione, non irresistibile, dei padroni di casa frutta solo una serie di angoli, sempre ben controllati dai difensori. In un primo tempo avaro di emozioni, l’attacco biancoceleste si accende nel finale: al 40’ Immobile ’cicca’ la palla su bel suggerimento di Milinkovic.
Tre minuti dopo Luis Alberto, di tacco, trova il numero 17 in area, ma il suo sinistro è respinto con un piede da Walke. Resta lo 0-0. Nessun cambio dopo la pausa. Al 4’ Immobile spreca il lancio preciso di Luiz Felipe, cercando un improbabile ’sombrero’ su Walke, che lo stoppa. Il Salisburgo prova ad accentuare la pressione, ma al 10’ la Lazio passa con l’ottavo gol europeo della punta campana, servito da Luis Alberto. Vantaggio che dura appena due minuti, fino al pari di Dabbur, su una disattenzione difensiva generale e deviazione di Luiz Felipe. Il Salisburgo, complice le improvvise amnesie laziali sia in avanti che sul piano difensivo, dà il meglio dopo essere andato sotto.
E nel volgere di pochi minuti, sulla sbandata retroguardia biancoceleste, con De Vrij in bambola e Radu stanchissimo, si abbattono i tre gol dei Red Bull: Haidara da fuori area, Hwang (destro deviato da Radu) e Lainer di testa ad un metro dalla porta. La qualificazione è clamorosamente gettata via. Ad Inzaghi il difficile compito di ricostruire il morale dei suoi entro domenica sera, quando ci sarà il derby contro una Roma caricata dal successo sul Barcellona.