(Adnkronos) – Un incontro che rischia di essere inconcludente, al massimo interlocutorio. Almeno visto le premesse. Oggi pomeriggio Giorgia Meloni riceverà le opposizioni a palazzo Chigi (assente solo Matteo Renzi) sul salario minimo, ma tutti i nodi, raccontano, restano irrisolti. Perché nessuno, fino ad ora, sembra disposto ad arretrare rispetto alle proprie posizioni. Tradotto: al momento non si intravede nessun ‘punto di caduta’. Tant’è che molti, anche tra chi oggi sarà tra i partecipanti, si interroga sull’utilità del vertice, che appare già ‘segnato’, visto che Pd, M5S, Azione, Più Europa e Avs, anche se con sfumature diverse, non sono disposti a cedere sulla loro proposta di salario minimo per legge.
“Ci andiamo a palazzo Chigi, però deve essere chiaro che se per il governo si tratta solo di recuperare uno spazio e una visibilità su una vicenda dove sono andati obiettivamente in difficoltà non va bene”, mette in guardia il segretario nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra, che rimarca: ”Meloni ci convoca l’11 agosto e due giorni prima esce un video per ribadire le stesse cose che abbiamo sentito nelle ultime settimane, peraltro cose imprecise frutto, nella migliore delle ipotesi voglio sperarlo, di una mancata lettura del nostro testo”. Carlo Calenda si aspetta che ”con Meloni si discuta seriamente di un problema che tocca 3 milioni e mezzo di cittadini, che lavorano tanto e non arrivano a fine mese”.
“Sul salario minimo la maggioranza ha poche idee, ma confuse e, in taluni casi, controproducenti”, avverte la coordinatrice del Comitato per le politiche del lavoro del Movimento 5 stelle, Nunzia Catalfo, che accusa la premier di non aver letto il testo dell’opposizione: ”Meloni continua a ripetere che fissare per legge una soglia minima inderogabile provocherebbe una caduta verso il basso delle retribuzioni, quando nella nostra pdl, che appare evidente non abbia minimamente visionato e che ci auguriamo legga in vista dell’incontro a palazzo Chigi, è scritto esattamente l’opposto”.
In particolare l’ex ministro del Lavoro chiede conto e chiarezza sulle parole di Claudio Durigon: ”Il sottosegretario al Lavoro Durigon ha lanciato una serie di proposte: non sappiamo se siano quelle della Lega o condivise dentro maggioranza e governo”. Poi c’è il dubbio che la mossa della premier sia più mediatica che di contenuto. Ad avanzarlo è il segretario di +Europa Riccardo Magi, ci sarà anche lui al tavolo e avverte: “Se la giornata serve solo come passerella del governo, ovviamente non ci caschiamo e non ci cascheranno gli italiani”. Il “sospetto” di Magi “è che l’appuntamento sia solo una trovata mediatica prima della pausa estiva”.