Salario minimo, Bonomi (Confindustria): “Nessun veto, nostra soglia superiore”

(Adnkronos) – “Se vogliamo parlare di salario minimo con una soglia minima di 9 euro lordi non è un problema di Confindustria, che va sopra questa soglia”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, intervenendo all’assemblea di Assolombarda, riferendosi all’intesa raggiunta nell’opposizione per una proposta unica da depositare alla Camera nei prossimi giorni. Ad esempio, ha aggiunto Bonomi, “per i metalmeccanici di terzo livello il prezzo è di 11 euro. Da parte nostra non ci sono veti, anzi è una grande sfida”. 

“C’è bisogno di aumentare i salari perché milioni di persone vivono con una paga oraria sotto i 9 euro e questo non è più accettabile. E serve anche una legge sulla rappresentanza per neutralizzare la crescita dei contratti pirata aumentata in questi mesi. Quindi salario minimo e legge sulla rappresentanza devono procedere insieme”. E’ il leader Cgil, Maurizio Landini, a margine del convegno del dipartimento economia di Roma Tre, a ribadire la necessità che si proceda con la creazione di un salario minimo per legge agganciato ai contratti nazionali. Un salario che sia però accompagnato anche, ripete, anche da una legge “che dia validità generale ai Ccnl in modo che diventino un vincolo sia la paga oraria, sia tutti gli altri diritti contenuti nei contratti, dalle ferie alla malattia alle maggiorazioni”- 

“E questo per noi deve valere per tutte le forme di lavoro, sia subordinati che autonomi o le partite Iva, in maniera tale che abbiano gli stessi diritti e le stesse tutele”, spiega ancora Landini deciso ad andare avanti con la mobilitazione delineata in questi mesi. “Intendiamo proseguire e sostenere una mobilitazione generale unitaria con cui sollecitare i rinnovi contrattuali, a partire da quello dei lavoratori pubblici”, spiega sollecitando il governo a dare risposte. “Il governo dica quante risorse è disposto a metterci: non può pensare che qualche beneficio fiscale sostituisca gli aumenti del contratto perché è evidente che così la situazione sociale diventa esplosiva”, ha aggiunto. 

“Il governo tollera quei sindacati gialli che siglano contratti pirata e che sono al tavolo con il governo, quello stesso che sfila ai loro congressi. E il nodo sul salario minimo è dunque anche un nodo politico: in Francia c’è una legge di sostegno ai sindacati e ai contratti maggiormente rappresentativi. Questo paese e la politica si sente di fare una scelta di questa natura?”. Così il leader Uil, Pierpaolo Bombardieri. 

“Noi ci occupiamo solo dei temi sindacali: è bene che la politica faccia il suo mestiere, noi facciamo il nostro”, ha poi aggiunto Bombardieri, focalizzando ruoli e competenze degli attori sociali su uno dei dossier più caldi, quello del salario minimo, su cui l’opposizione sembra volersi ricompattare intorno ad una proposta di legge unitaria. 

“Bisogna guardare la realtà, ma abbiamo la sensazione che spesso la politica sia distante dalla realtà e non riesca a rappresentare quei lavoratori, quei ragazzi che oggi guadagnano pochissimo e che sono in una condizione di precarietà ed è loro che noi vogliamo rappresentare. Nelle nostre sedi incontriamo lavoratori che vivono questi problemi e con grande difficoltà” ha sottolineato. 

“Il successo lo potremo ottenere quando riusciremo a far approvare il salario minimo in Italia ma sono contenta che il lavoro delle opposizioni abbia portato a una convergenza significativa su un tema così fondamentale, per farci dire insieme che ‘lavoro’ e ‘povero’ non possono più stare nella stessa frase”. Così la segretaria del Pd Elly Schlein intervenendo alla tavola rotonda ‘Inflazione e salari: quali politiche?’ presso la sala lauree Scuola di economia e studi aziendali di Roma Tre. “E’ un passo avanti molto significativo – aggiunge Schlein – essere riusciti nel merito ad avvicinare le proposte che le forze di opposizione avevano già presentato, per essere più efficaci con una proposta condivisa che porteremo avanti in Parlamento e nel Paese. Non la consideriamo sufficiente ma è una risposta ineludibile e necessaria in questo momento”. 

“E’ comprensibile che Meloni non creda nel salario minimo legale perché guadagna delle indennità che valgono 14, 20, 30 volte il salario minimo legale ma non si possono chiudere gli occhi sulla realtà italiana dove ci sono milioni di lavoratori e lavoratrici sfruttati e non portano a casa una busta paga dignitosa. Noi difendiamo la dignità sociale. Voglio sperare che Meloni, che ha già smantellato il reddito di cittadinanza e precarizzato ancora di più i rapporti di lavoro, si renda conto che qui sta creando un disagio sociale e in altri paesi vediamo quali conseguenze porta. Crosetto ha dichiarato di essere preoccupato per le diseguaglianze all’origine della rivolta in francia, beh loro le diseguaglianze qui le stanno acuendo”. Così il presidente del M5S Giuseppe Conte a margine della tavola rotonda’Inflazione e salari: quali politiche?’. 

“Non credo che il Governo sia ‘contro i poveri’. Penso che abbia un’idea diversa, che reputiamo sbagliata, su come risolvere la questione della povertà lavorativa. Questa idea appare oggi però poco definita. Se dichiari ‘il lavoro povero si combatte solo con i contratti’, devi spiegare come e soprattutto perché non è accaduto sino ad ora. Per questo sono contrario a far diventare il salario minimo un nuovo capitolo dell’eterno scontro ideologico italiano. Incontriamoci e confrontiamoci. La politica è fatta di questo”. Così in un tweet il leader di Azione Carlo Calenda taggando la segretaria del Pd Elly Schlein e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.