SALAH: ‘A PARIGI NON MI SONO VOLUTO FAR SALTARE IN ARIA. IL RESPONSABILE DEGLI ATTACCHI ERA ABDELHAMID ABAAOUD. IO PRENDEVO ORDINI DA MIO FRATELLO’. MA SONO MORTI ENTRAMBI

Ha partecipato agli attacchi parigini del 13 novembre, e ne avrebbe pianificato la modalità delle azioni ma, a suoi dire, è Abdelhamid Abaaoud (poi morto in uno scontro a fuoco con gli agenti il 18 novembre a Saint-Denis) il principale responsabile della strage. Salah Abdeslam dal 19 marzo avrebbe iniziato a ‘parlare’ secondo l’emittente belga ’Bfmtv’, rivelando agli inquirenti la sua posizione rispetto alle stragi del 18 novembre nella capitale francese. “Abdelhamid Abaaoud èil responsabile degli attacchi, lo so tramite mio fratello Brahim. E’ lui che mi ha spiegato che Abaaoud era il responsabile. Ho visto Abaaoud a Charleroi la notte tra l’11 ed il 12 novembre del 2015. E’ l’unica volta che l’ho visto in vita mia”. Ma, come spiega ancora l’emittente Bfmtv sul suo sito, qualcosa non torna: in realtà infatti, due uomini furono condannati insieme per rapina nel 2010. Poi Salah avrebbe sottolineato di non conoscere i tre kamikaze del Bataclan e che quella sera a Parigi in totale agirono “nove persone oltre a lui”. Il terrorista ha coinvolto anche il fratello maggiore Brahim (fattosi saltare in aria al caffè Comptoir Voltaire),a nome del quale ha “affittato macchine e alberghi su sua esplicita richiesta”. Brahim, ha spiegato ancora Salah, quella drammatica notte aveva nascosto a Bobigny la “sua cintura esplosiva” in vista dell’operazione. Abdeslam ha inoltre raccontato che “ogni volta che ha dovuto pagare qualcosa per preparare questi attentati i soldi provenivano” da suo fratello. Entrando nei dettagli del 13 novembre Salah ha raccontato che anche lui si sarebbe dovuto fare saltare in aria allo Stade de France insieme ad altri tre kamikaze, dei quali conosceva solo Bilal Hadfi ma non gli altri due. Due iracheni. Dovevo entrare nello stadio come spettatore– avrebbe rivelato agli inquirenti nel corso dell’interrogatorioma non avevo il biglietto. Tuttavia, ho rinunciato quando ho parcheggiato. Ho lasciato i passeggeri e sono ripartito. Mi sono affidato al caso”. Una volta nella metro “ho contattato una sola persona, Mohammed Abrini”. Anche qui vanno rivisti diversi elementi in possesso alle autorità, perché, dalle indagini, sarebbe invece emerso che Abdeslamaveva contattato diverse persone prima che due suoi amici – Mohammed Amri e Hamza Attou – lo raggiungessero a Parigi per portarlo in Belgio. Alla fine è quindi iniziata la lunga fuga, durante la quale “si è nascosto da Mohamed Belkaid a Schaerbeek, poi a Forest”.

M.