La competenza nella realizzazione di infrastrutture è parte del Dna di Saipem da sempre. Il gruppo guidato dal Ceo di Saipem, Francesco Caio, che si è classificato primo tra le aziende italiane nelle classifica di Engineering News-Record (Enr), vanta infatti progetti completati per un valore di circa 10 miliardi di dollari, con la realizzazione di 450 km di strade, oltre 40 km di viadotti e ponti e più di 1.000 km di binari, sia nell’Alta Velocità/Alta Capacità sia a servizio di impianti energetici.
Un know how particolarmente importante nello scenario globale attuale che vede le infrastrutture come una questione macroeconomica cruciale e decisiva. Nei Paesi emergenti il cosiddetto gap infrastrutturale, ossia l’indicatore del divario tra investimenti e fabbisogno, misura la disparità tra crescita economica e demografica da un lato, e limitata capacità di investimento dall’altro. Nei Paesi cosiddetti sviluppati, invece, spesso pesano l’obsolescenza delle infrastrutture stesse e i conseguenti costi di manutenzione e modernizzazione. E oggi più che mai le infrastrutture, il settore anticiclico per eccellenza in tempi di recessione, svolgono un ruolo fondamentale e sfidante. Non a caso sono al centro di tutti i piani nazionali ed europei di stimolo del post-pandemia, confermandosi quale eccezionale strumento contro la stagnazione perché creano occupazione, migliorano la competitività e attraggono investimenti. Questo contesto rappresenta un’enorme opportunità per il Sistema Paese, e quindi anche per Saipem, sia in Italia sia negli oltre 60 paesi in cui opera.
Come ha spiegato Caio durante il media briefing del 30 luglio in occasione della presentazione della semestrale, il Recovery “è una frontiera di crescita, sicuramente per il Paese e noi ci auguriamo anche per Saipem. Non solo perché va ad interessare il settore della filiera energetica, che è quella dove noi operiamo nel mondo, ma perché ne interessa un’altra, dove pure noi siamo operativi, che è quella delle infrastrutture sostenibili, a partire dalle infrastrutture per l’alta velocità ferroviaria. È forse un’attività meno nota, ma la Saipem ha contribuito in modo importante a dei segmenti della rete nazionale dell’alta velocità, e in questo momento è impegnata sulla Verona-Brescia, dove c’è un cantiere che sta procedendo, devo dire con soddisfazione di tutti”.
In Italia, infatti, tra le infrastrutture portate a compimento, Saipem può vantare il completamento sia della tratta ferroviaria ad Alta Velocità/Alta Capacità Milano-Bologna, realizzato attraverso il consorzio Cepav uno, sia della tratta Treviglio-Brescia, realizzata attraverso il consorzio Cepav due. Inoltre, è attualmente in fase di costruzione il collegamento ferroviario Av/Ac Brescia Est – Verona, sempre attraverso il consorzio Cepav due. Cepav uno è il Consorzio Eni per l’Alta Velocità costituito il 19 luglio 1991 per la realizzazione della Linea Ferroviaria ad Alta Velocità Milano-Bologna. È composto da Saipem (50,36%), Consorzio Cooperative Costruzioni (21,34%), Impresa Pizzarotti (14,15%), Grandi Lavori – Fincosit (14,15%).
Analogamente, Cepav due è il Consorzio Eni per l’Alta Velocità costituito sempre il 19 luglio 1991 per la realizzazione della linea ferroviaria ad Alta Velocità/Alta Capacità Milano-Verona. È composto da Saipem (59,09%), Impresa Pizzarotti (27,27%) e Gruppo Icm (13,64%). Per la tratta Av/Ac Milano-Bologna, Cepav due ha realizzato 235 km di ferrovia, 90 km di nuove strade, 32 km di viadotti, i ponti stradali di Reggio Emilia progettati dall’architetto Calatrava e il ponte strallato AV più lungo d’Europa (ponte sul Po). Il tracciato, operato in affiancamento all’autostrada A1 per minimizzare l’impatto sul territorio, è stato concluso nel dicembre 2008 e si inserisce nel sistema articolato di linee ferroviarie veloci in Italia che prevede la riorganizzazione dei nodi ferroviari urbani ed il quadruplicamento dei binari lungo le più importanti direttrici ferroviarie del paese: la dorsale Milano-Napoli (nell’ambito del Corridoio 1), la trasversale Torino-Venezia (parte del Corridoio 5).
La linea Alta Velocità/Alta Capacità (Av/Ac) Treviglio – Brescia è uno dei tasselli del Core Corridor Ten-T Mediterraneo che collegherà i porti del sud della Spagna e Barcellona con l’Ungheria e il confine ucraino, passando per il sud della Francia, l’Italia Settentrionale e la Slovenia, con una sezione in Croazia. Saipem ha portato a termine i lavori nel 2016, completando l’infrastruttura nei tempi previsti. Durante la sua realizzazione, hanno operato oltre 5.000 lavoratori e oltre 500 imprese nella costruzione delle opere civili, dell’armamento e degli impianti tecnologici, secondo i sistemi di gestione Qualità, Ambiente e Sicurezza e nel rispetto degli standard internazionali.
Saipem è attualmente impegnata nella realizzazione del collegamento ferroviario Av/Ac Brescia Est – Verona, anch’esso parte del Core Corridor Ten-T Mediterraneo, che in Italia si estende da Torino a Trieste. La priorità del progetto è stata di recente ribadita dal Governo Draghi attraverso le dichiarazioni del commissario straordinario Vincenzo Macello. Il tracciato, suddiviso in due lotti funzionali, è stato assegnato al Consorzio Cepav due da Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) e si sviluppa per circa 48 km attraversando 2 regioni, 3 province e 11 comuni, in affiancamento alle infrastrutture esistenti nel territorio, per circa 30 km in parallelo all’autostrada A4 e per circa 8 km in allineamento alla linea ferroviaria convenzionale.
Italia ma non solo. A livello internazionale, Saipem è uno dei principali contributori del primo progetto ferroviario negli Emirati Arabi Uniti, l’Etihad Rail Project del Gulf Cooperation Council (Gcc). Saipem ha completato una infrastruttura di 264 km che collega gli impianti gas di Shah e Habshan nel deserto di Abu Dhabi, con il porto di Ruwais, un progetto particolarmente sfidante per via delle alte temperature e della richiesta di soluzioni tecnologiche innovative, ad esempio per il contenimento della sabbia. Saipem ha lavorato alla realizzazione di questo straordinario progetto che ridurrà fino all’80% le emissioni di CO2 derivanti dal trasporto di risorse naturali via terra. Il progetto testimonia l’impegno dell’azienda e la sua affidabilità come piattaforma tecnologica focalizzata sull’ingegneria delle infrastrutture sostenibili, anche in situazioni ambientali difficili come quelle del deserto arabo. Svolgiamo sempre le nostre operazioni nel rispetto delle normative in materia di salute e sicurezza, nel rispetto dell’ambiente e nel rispetto degli accordi contrattuali. Ad esempio, per questo progetto le risorse sono state formate in materia di prevenzione della disidratazione e per la guida in sicurezza su terreni sabbiosi. Inoltre, stiamo lavorando a stretto contatto con l’agenzia per l’ambiente di Abu Dhabi per salvaguardare gli ecosistemi locali.
In qualità di general contractor per la realizzazione di progetti infrastrutturali Saipem contribuisce alla crescita dell’intera filiera del settore della costruzione di opere civili ferroviarie, dalle attività di scavo alla produzione e installazione degli armamenti ferroviari (binari, traversine, scambi) alla realizzazione degli impianti tecnologici e di elettrificazione, fino all’indotto di fornitori e sub-appaltatori che si occupano delle opere stradali correlate. Va, inoltre, ricordato l’impatto positivo su tutto l’indotto dei servizi (strutture ricettive, hotel e ristoranti, servizi di catering e altro lungo il territorio attraversato, grazie alla forte mobilitazione di personale diretto e indiretto coinvolto nei cantieri. Come ha spiegato Caio lo scorso 30 luglio “è chiaro che noi siamo un’impresa italiana che continua ad essere un traino di filiere industriali italiane. Quando ci muoviamo in giro per il mondo spesso trasciniamo, lavoriamo con altre imprese italiane, e questo concetto di rete, di collaborazione, è quello su cui noi puntiamo: essere parte di filiere di aziende italiane che aiutano il Paese nel tradurre i piani e gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza in infrastrutture per il benessere del Paese, per la crescita economica del Paese e per le comunità locali su cui noi operiamo”.