Mentre in Italia le polemiche sul Condono si acuivano toccando dei picchi di tensione che la maggioranza giallo verde non aveva ancora mai toccato fino a questo punto, con il leader del movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio che aveva, nemmeno troppo velatamente, accusato la Lega e questultima, di rimando, profondamente risentita, ben disposta ad alzare lasticella della tensione tra le parti, il primo ministro Giuseppe Conte si trovava a Bruxelles dove si stava giocando unaltra fondamentale partita per il Bel Paese, quello del rispetto delle regole Ue in termini di manovra economico finanziaria e di accordi internazionali. Argomento che ha visto impegnato Conte nelle stesse ore in cui il premier, come mai fino ad ora era stato capace di mostrare, aveva quasi digrignato, forse anche estenuato dalle duplici polemiche che stava caricandosi sulle spalle durante il meeting belga, aveva chiarito che il famigerato consiglio dei ministri incentrato sul Condono ci sarebbe stato, Lega o non Lega presente, dal momento che il premier sono io. Il premier che si assume la responsabilità di mettere la faccia, nello stesso momento, di fronte ad una buona fetta di Europa che per usare un eufemismo non vede affatto di buon occhio ciò che sta accadendo in Italia in termini di sforamento e di movimenti economici in quanto alla manovra. Se le parole di Junker e di Macron erano state, tutto sommato, allinsegna del monito più o meno moderato, arrivano invece voci ben più aspre che Conte ha dovuto mandar giù, magari con il piglio di chi, teso, deve anche non darlo a vedere.
Tra queste, ci sono le parole dure del primo ministro olandese, Mark Rutte, che è stato estremamente esplicito.
“La manovra adottata dal governo di Giuseppe Conte non è un bene per l’Italia e non è un bene per la zona euro. Sono molto preoccupato dalle proposte ambiziose presentate dal governo di Roma, vanno contro il patto di stabilità, aumenteranno il deficit, invece di diminuirlo”.
Ad accusare l’Italia, del resto, non è il solo. Accanto a lui in effetti poi arriva pure il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, popolare di destra (Övp) che amministra con l’estrema destra dell’Fpo, e per una sorta di complesso gioco di equilibrismo politico, pur essendo di ftto alleato di Matteo Salvini sui migranti, non può esserlo o forse non vuole strategicamente esserlo, sul tema della manovra. E lui che regala, per così dire, una vera e propria doccia fredda a premier italiano. “I debiti eccessivi” sono “pericolosi”, digrigna il cancelliere austriaco prima di entrare al vertice europeo, rispondendo a una domanda sul bilancio dell’Italia.
Per cui, come si evince, la manovra italiana subisce diverse accuse. Il premier del resto aveva provato da part suo a sfruttare i social per sostenerla: “Sapevamo che questa manovra che abbiamo pensato per soddisfare le esigenze dei cittadini italiani, a lungo inascoltate, non è in linea con le aspettative della Commissione Europa. Ci aspettiamo quindi osservazioni e rilievi che stanno per arrivare e ai quali siamo pronti a replicare. È la normale interlocuzione che avviene tra Commissione e singoli Stati membri. Note di questo tipo arriveranno anche ad altri Paesi; prevedibilmente: Spagna, Francia, Portogallo”.