Svolta nell’ambito della ormai annosa e controversa questione Russiagate negli Stati Uniti. Secondo quanto viene diffuso, infatti, il procuratore Mueller testimonierà davanti al Congresso. L’udienza è prevista per il 17 luglio. E, ovviamente, sarà fondata sulla domanda delle domande: ovvero, Trump ha commesso o meno il reato di ostruzione alla giustizia?
Russiagate: Mueller testimone davanti al Congresso
Una situazione delicatissima, tesa, controversa, che fa dire, con tono stizzito al presidente Donald Trump come si tratti di una “persecuzione”
Dunque Robert Mueller, il procuratore speciale che seguito le indagini sul Russiagate, ha ricevuto dal Congresso americano un mandato di comparizione per testimoniare di fronte alle commissioni Giustizia e intelligence della Camera il prossimo 17 luglio.
Aggiornamento ore 6,15
Robert Mueller dovrà presenziare dunque al Congresso come testimone del tanto controverso Russiagate il 17 Luglio prossimo. Come noto, il procuratore speciale ha già peraltro dichiarato di non avere ulteriori elementi da diffondere al di là di quanto già emerso a suo dire dal rapporto complessivo delle sue indagini.
Stando a quanto viene riferito dagli organi di informazione statunitensi, Mueller, si sarebbe dichiarato pronto in relazione al comparire di fronte al Congresso e di essere ben lieto di farlo. Ovviamente, la sua testimonianza si baserà in modo sostanziale su di un aspetto specifico: ovvero, il procuratore dovrà chiarire se il presidente americano Donald Trump abbia o meno compiuto il reato o meno di ostruzione della giustizia.
E lui, Donald Trump, come poteva prendere, del resto, la notizia nello specifico? “Una persecuzione” ha tuonato Trump su Twitter.
Aggiornamento ore 9,19
Il superpoliziotto Mueller, interrogato sulla questione a conclusione dell’inchiesta sulle supposte interferenze russe nella campagna elettorale del 2016 a seguito di oltre un anno e mezzo di indagini ha già avuto modo di chiarire: “Se fossimo stati convinti che il presidente non aveva responsabilità nel Russiagate lo avremmo detto. Non siamo però arrivati a determinare se Donald Trump abbia o meno commesso un crimine”.
Questo, in quei giorni, fu sufficiente a Trump per affermare: “chiuso il caso: sono innocente”. Mueller in quel contesto chiarì ad ogni modo di non avere nessuna volontà di testimoniare davanti al Congresso per fornire chiarimenti circa il contenuto del rapporto pubblicato il mese scorso di cui fino a questo momento è stato diffuso appena uno stralcio revisionato dal Ministro della Giustizia William Barr.
“Abbiamo agito sapendo che è regola del Dipartimento di Giustizia non incriminare un presidente in carica e dunque ci siamo mossi in quel limite” ha ammesso Mueller. “Ora però spero e mi aspetto che questo sia l’unica occasione in cui io debba parlarne. Se fossi costretto a fare altro, mi limiterei a ripetere quel che è scritto nelle 448 pagine di rapporto. Perché quel documento è già la mia testimonianza”.
Aggiornamento ore 13.15