Russia: “Wagner non combatterà più in Ucraina”. Giallo Surovkin: “Lui con Prigozhin”

(Adnkronos) –
La Wagner non combatterà più in Ucraina dopo che il fondatore del gruppo, Yevgeny Prigozhin, ha rifiutato di firmare qualsiasi contratto con il Cremlino. Ai mercenari sarebbero stati legate diverse figure di spicco delle forze armate russe. In particolare, secondo la Cnn, il generale Sergei Surovikin – protagonista controverso dell’ultima settimana – sarebbe stato un membro ‘vip’ della Wagner, una sorta di collegamento tra Prigozhin e la macchina militare ufficiale. 

Di fatto, come anticipato nei giorni scorsi dal presidente Vladimir Putin, la compagnia viene smantellata in Russia: comandanti e soldati possono firmare individualmente un contratto con il ministero della Difesa per arruolarsi nelle forze armate o possono emigrare in Bielorussia, dove si troverebbe Prigozhin. 

Il capo del comitato di difesa della Duma, Andrei Kartapolov, ha affermato che pochi giorni prima del tentativo di ribellione di Wagner, il ministero della Difesa russo aveva annunciato che “tutti i gruppi che svolgono missioni di combattimento” avrebbero dovuto “firmare un contratto” con il ministero. Secondo Kartapolov, Prigozhin non ha firmato i contratti ed è stato informato che “Wagner non avrebbe preso parte a un’operazione militare speciale. Ovvero, i finanziamenti e le risorse materiali non saranno più assegnate al Gruppo”. 

Resta ancora avvolta nel mistero la sorte di Prigozhin, ma anche quella del generale Sergei Surovikin, tra voci di arresto e di interrogatori. Il Cremlino si è rifiutato di chiarire anche la sorte del generale Surovikin. Il New York Times, citando fonti anonime dell’intelligence statunitense, ha riferito che Surovikin era a conoscenza della rivolta di Wagner e, secondo il Financial Times e il Moskow Times, sarebbe stato arrestato per questo motivo. 

Alla domanda dei giornalisti se il Cremlino possa chiarire la situazione che riguarda Surovikin, il portavoce Peskov ha risposto: “No, purtroppo no. Vi consiglio di contattare il ministero della Difesa, è una sua prerogativa”. Alla domanda se il presidente russo continui a fidarsi di Surovikin, Peskov ha quindi nuovamente rimbalzato la domanda: “È il comandante in capo supremo e lavora con il ministro della Difesa e con il capo di Stato maggiore. Le domande sulle unità strutturali all’interno del ministero dovrebbero essere rivolte al ministero della Difesa stesso”. 

A completare il quadro, le rivelazioni della Cnn: per l’emittente, che fa riferimento a documenti esclusivi forniti dal Dossier Center, il generale era un membro ‘vip’ della Wagner. Avrebbe avuto il proprio badge con regolare numero di registrazione. Surovikin non sarebbe stato l’unico membro di spicco delle forze armate ‘tesserato’ per la compagnia di mercenari: secondo la Cnn, con lui avrebbero aderito altri 30 ufficiali. Surovikin non appare in pubblico da sabato scorso, quando la Wagner ha marciato verso Mosca prima di fermarsi a 200 km dalla capitale. Soprannominato ‘generale Armageddon’ dopo le operazioni condotte in Siria, Surovikin ha coordinato per un periodo le operazioni della guerra in Ucraina. Non è chiaro, afferma la Cnn, cosa comporti nel dettaglio l’appartenenza alla Wagner per una figura di tale rilevanza. Non si può escludere che il legame con la compagnia di mercenari garantisse vantaggi economici al generale. 

Mistero attorno a Surovikin e nebbia, come minimo, attorno a Prigozhin. Non è ancora arrivata alcuna notizia ufficiale sul leader Wagner. Alle domande dei giornalisti, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha infatti risposto ancora una volta di non avere news su dove si trovi il fondatore del gruppo di mercenari. “Non ho tali informazioni”, la replica secca di Peskov.  

L’unica novità sulle sorti del capo Wagner era arrivata due giorni fa dal presidente bielorusso Aleksander Lukashenko: Prigozhin si troverebbe in Bielorussia.  

“Senza la Wagner sarà più facile per il nostro esercito. Putin si è indebolito a seguito dell’ammutinamento di Prigozhin. Ma l’aspetto principale del golpe fallito è che il mito e la leggenda del Putin forte e invincibile è finito. Ha trovato un accordo con Prigozhin, non lo ha eliminato, è giunto a un compromesso. In questo momento Putin si sente vulnerabile e molti russi se ne sono resi conto. Questa vicenda non è la fine della guerra ma apre una nuova fase del conflitto”. Ad affermarlo è il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba a Otto e mezzo su La7. 

“Sono i cittadini russi a decidere le sorti del loro Paese – sottolinea-, non possiamo imporre certe decisioni: è la differenza tra noi e loro. Il nostro compito è vincere sul terreno di battaglia, prevalere sul tavolo negoziale e fare in modo che questa guerra non si ripeta. Il futuro della Russia dovrà essere deciso dal popolo russo”. 

“La storia dimostra chiaramente che le aggressioni fallite rendono sempre deboli le dittature. In effetti, questo è ciò che stiamo vedendo in Russia in questo momento: stiamo vedendo la loro debolezza, di cui abbiamo così tanto bisogno. Più debole è la Russia, e più i suoi capi temono ammutinamenti e rivolte, più avranno paura di irritarci. La debolezza della Russia la renderà sicura per gli altri e la sua sconfitta risolverà il problema di questa guerra”, ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, collegandosi con i leader del Consiglio europeo. 

Jens Stoltenberg, il cui mandato è in scadenza a fine settembre, resterà alla guida della Nato per un altro anno. Lo ha riferito il sito di Politico, citando quattro fonti a conoscenza della decisione. Un funzionario statunitense ha affermato che l’estensione del mandato del segretario generale è “affare fatto”. Alla domanda se fosse così, un diplomatico di alto livello dell’Europa occidentale ha risposto “sì”, aggiungendo che “sarà formalizzato la prossima settimana”. Anche un diplomatico di alto livello dell’Europa orientale e un alto funzionario della Nato hanno confermato che vi è consenso all’interno dell’Alleanza su una proroga per Stoltenberg.